Matteo Salvini: il nulla fattosi problema.

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Il nulla lombardo ha iniziato la sua carriera politica nel ’93, quando aveva appena vent’anni, diventando consigliere comunale a Milano per rimanerci fino al 2013, per poi divenire europarlamentare. Al parlamento europeo c’era già stato dal 2004 al 2006, dove copriva contemporaneamente le due cariche. Con la Lega ha abbracciato in pieno il ventennio berlusconiano, a parte qualche piccola incomprensione tra il Bossi ultra padano e il Silvio ultra nazionale, ma col tempo, e vista la sua limitata propensione alla coerenza, ha cavalcato diverse onde pur di rimanere a galla nella melma politico istituzionale. Nella fase berlusconiana il nulla e la sua Lega hanno infatti votato e varato tutte le nefandezze europeiste, come il trattato di Maastricht e il trattato di Lisbona, dove l’Europa decide e impone le politiche economiche nazionali, compreso l’avvento dell’euro, dichiarando lui stesso nel 2012: La Lombardia e il Nord l’euro se lo possono permettere. Io a Milano lo voglio, perché qui siamo in Europa. Il Sud invece è come la Grecia e ha bisogno di un’altra moneta. Ha avvallato anche le leggi che il cavaliere imponeva ai suoi seguaci come quelle sciagurate varate da Biagi e Sacconi, o il famoso scalone pensionistico di Maroni che ha iniziato la corsa all’innalzamento dell’età pensionistica, mentre oggi sbraita contro la Fornero che è solo la parte finale di quel criminale tracciato. Insieme ai suoi patrioti ha cavalcato a pieno i vizi delle scorribande della casta, con corruzione e ladrocini vari, insieme alle lobbies finanziarie e affaristiche del potentato nordista. Per citare solo alcune purezze leghiste basti ricordare i famosi diamanti di Belsito, il cosiddetto cerchio magico dei Bossi o i sessanta milioni di euro foraggiati dallo Stato per tenere in piedi il circo la Padania, il giornale dei patrioti leghisti, dove per diversi anni proprio lui, il nulla, la faceva da padrone. Intanto insiste con la retorica, sparando a zero su centri sociali, cinesi, politici ladroni, scansafatiche (che detto da lui sembra una barzelletta) zingari e nella fase più attuale islamici e arabi in genere. Finita l’era berlusconiana ma anche l’era bossiana, Salvini trova spazio come maggior oppositore a quello che lui definisce il governo delle sinistre e per far questo egemonizza tutta la destra, da quella moderata della borghesia nazionale che ormai non crede più nel vecchio e decrepito Berlusconi, a quella fascista sempre pronta a prendere alla lettera i suoi messaggi razzisti e xenofobi. Tutte le tv, Rai compresa, costruiscono il suo personaggio e lo propinano quotidianamente; lo stesso Renzi lo galvanizza come uno spauracchio e come colui che dovremo accollarci se venisse a mancare la fiducia verso se stesso. In realtà sono la coppia perfetta per la stessa medaglia. Coppia che si alimenta a vicenda: il lombardo ha bisogno del fiorentino per pescare proseliti sempre più consistenti a destra e per riempire la pancia di chi non sa più dove andare e il fiorentino ha bisogno che il lombardo diventi sempre più di destra per non togliere consensi alla sua, cosiddetta, sinistra. Salvini è riuscito a costruire quel blocco reazionario di massa grazie al malessere sociale sempre più capillare che non riesce a trovare sbocchi alternativi, ostruiti e annientati dalla politica renziana; blocco reazionario che trova sfogo nella xenofobia e nel populismo che il nulla è riuscito a galvanizzare, abbandonando le vesti della secessione lombarda ed abbracciando quelli del fascio europeismo, che trova spazio in tutto il tessuto sociale, di tutto il territorio. Salvini è il frutto della democrazia, di questa democrazia. Salvini serve per alimentare la guerra fra poveri, serve perché la proletarizzazione sociale, e sempre più di massa, rimanga imbottigliata nel populismo becero e sistemico, serve per alimentare la guerra dall’alto al basso, la guerra al migrante, la guerra al povero che ruba il pane, la guerra che alimenta la video sorveglianza quotidiana e il controllo di massa; per questo viaggia ininterrottamente, protetto dagli sgherri di Alfano, per scorrazzare su tutto il territorio e sparare le sue bordate quotidiane di odio razzista insieme ai nuovi fascisti di Casa Pound e Forza Nuova – la manovalanza, i bravi ragazzi, per il ministero dell’Interno(1), che il sistema usa per spargere fumo e accerchiare sempre di più chi vuole che il malessere sociale dia la svolta alla consapevolezza della rabbia, dell’odio e della lotta, dal basso verso l’alto.

Per questo il nulla è divenuto un problema. Per questo va ostacolato e fermato … ovunque.

(1) https://insorgenze.net/2016/01/30/il-documento-shock-del-ministero-dellinterno-casapound-solo-bravi-ragazzi/