I ricchi, i poveri e gli imbecilli

 

Abbiamo sempre rimarcato la natura criminale della logica capitalista, ma quando si analizzano le cifre, le casse e le differenze sproporzionate, viene sempre da aggiungere un qualcosa verso questo sistema odioso, un tassello in più per descrivere l’urgenza di fermarlo.

È proprio di questi giorni la notizia, riportata un po’ alla leggera, come una sorta di classifica di un torneo dove vince sempre la stessa squadra e che a lungo andare non fa più clamore, che gli otto uomini più potenti del mondo detengono la ricchezza – 436 miliardi di dollari – di tre miliardi e mezzo di persone e che la metà della popolazione mondiale è più povera che in passato. Ovviamente ci sono le cifre che riguardano anche il bel paese, dove l’1 per cento degli italiani detiene il 25% della ricchezza nazionale e negli ultimi anni la forbice tra ricchezza e povertà si è sempre più allargata a dismisura. In Sardegna gli ultimi dati Istat parlano di 107 mila famiglie ridotte in povertà, ossia hanno difficoltà a trovare il cibo, ormai non hanno più il problema di arrivare a fine mese, ma hanno l’incubo della miseria quotidiana. Povertà che vive in interi territori sopraffatti dalla crisi strutturale del sistema o inghiottiti da recinti militari.

La ricchezza e la povertà crescono proporzionali e in simbiosi, l’una alimenta l’altra. La ricchezza aumenta con lo sfruttamento, sempre più capillare, dell’uomo e delle risorse, sempre più senza regole se non quelle del sistema capitalista che trova nel profitto la meta da raggiungere ad ogni costo, travolgendo tutto ciò che trova nella sua strada, uomini, donne, bambini e ambiente.

La ricchezza aumenta con l’evasione fiscale strutturale al sistema politico manovrato dagli affari; aumenta togliendo le esigenze primarie di un vivere civile, come la scuola, e la sanità per tutti; aumenta con lo sfruttamento del lavoro, anche minorile, con cifre che riportano le lancette del tempo indietro di decenni; aumenta perché la politica è asservita alle grandi corporazioni economiche che decidono gli interventi necessari. La ricchezza aumenta con il sopruso di interi popoli, dove l’imperialismo, tramite la guerra, spesse volte usando i nuovi poveri, si appropria di nuove risorse per soddisfare l’esigenza dei suoi sostenitori, i nuovi ricchi.

La ricchezza aumenta e così la povertà, perché è la regola, non perché qualcosa non funziona. Dal loro punto di vista, funziona tutto alla perfezione.

La povertà è strutturale a questo sistema, è accettata, condivisa e disprezzata. La povertà spaventa e la buona società si attrezza per tamponarne possibili falle. La povertà è video-sorvegliata, monitorata e, sempre più spesso, incarcerata. La povertà, come sempre nella storia, fa ribrezzo come, ancora oggi, hanno deciso alcuni imbecilli, democraticamente eletti, che propongono, per l’interesse della pubblica decenza,  una multa da 150 a 900 euro per chi chiede l’elemosina – anche se, come la pagheranno questa multa, è tutto da studiare. La povertà uccide insieme al freddo, dai clochard delle nostre opulente città, ai migranti stipati nei lager a Belgrado o in Grecia. Migranti, sempre secondo altri imbecilli, che prendono 30 euro al giorno e vestono Trussardi…

Un sistema odioso, non ci stancheremo mai di dirlo e men che meno di combatterlo.