REPORT ASSEMBLEA NAZIONALE 23 OTTOBRE

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riceviamo e pubblichiamo

 

REPORT ASSEMBLEA NAZIONALE 23 OTTOBRE PER LA COSTRUZIONE DELLA MOBILITAZIONE DEL 12 NOVEMBRE

Riportiamo i contenuti principali emersi dalla discussione, soprattutto per quanto riguarda la piattaforma politica, rimandando per questioni più tecniche ai gruppi di lavoro che si attiveranno nei prossimi giorni e settimane (piattaforma rivendicativa; comunicazione e autofinanziamento; logistica e piazza).

L’assemblea è stata molto partecipata e composita, differenti realtà e singoli/e militanti hanno condiviso le loro pratiche e si sono espresse in merito alla costruzione della manifestazione dell’11 novembre, promossa dai lavoratori delle campagne. Come è emerso chiaramente dalle esperienze condivise durante l’assemblea, nel settore del lavoro, come in quello della casa e sulla questione della libertà di movimento, partiamo dalla necessità di contrastare in maniera sempre più organizzata un regime di controllo della mobilità che crea sfruttamento e  ghettizzazione.

I lavoratori delle campagne sono confinati in baraccopoli e campi, e costretti a condizioni di vita e lavoro disumane, dall’intreccio tra gli interessi dell’agribusiness con politiche che sempre di più regolano e limitano la libertà di movimento. Le stesse politiche colpiscono, in molteplici forme ma secondo la stessa logica, milioni di migranti e non solo, a braccetto con le politiche di austerity e di erosione delle tutele sul lavoro. In Italia, le leggi che regolano la mobilità hanno creato precarietà, ricattabilità e sfruttamento crescenti. Le leggi sull’immigrazione continuano a causare morte e privano centinaia di migliaia di persone di qualsiasi riconoscimento. Con la crisi economica, l’Italia ha chiuso i canali di ingresso per i migranti definiti “economici” e si affida sempre di più ad un regime militare-umanitario per attingere forza-lavoro a basso costo e fare profitto anche attraverso la cosiddetta “accoglienza” – un sistema che produce esclusione e povertà, ed uno strumento di gestione e di controllo che non permette alle persone di autodeterminarsi e obbliga a vivere in una condizione di sospensione, anche per l’arbitrarietà delle amministrazioni. Ma anche istituti come quello della residenza, sempre più difficile da ottenere anche per i cittadini comunitari e per tutti coloro che vivono in case occupate, limitano l’accesso a molti servizi (in primis quelli sanitari).

E chi si ribella, chi occupa le case, chi cerca di abbattere i confini, chi blocca il flusso delle merci è oggetto di pesanti ricatti e ritorsioni. Nei ghetti come nelle metropoli, i fogli di via, i decreti di espulsione e altre misure restrittive sono usati per ricattare chi alza la testa, punendo gli sfruttati piuttosto che i responsabili dello sfruttamento. Parallelamente, sgomberi, sfratti o minacce di trasferimenti sono all’ordine del giorno nelle campagne, nelle città e in tutti i luoghi di confine, e la repressione è sempre più usata per punire chi rivendica una casa, un giusto salario, la libertà di muoversi. Violenze e deportazioni coatte vengono utilizzate contro chi sfida i confini, siano essi quelli dei CIE, degli hotspot, o i confini politici di mare e terra, sempre più militarizzati, attraverso cui si procede all’identificazione e selezione violenta precludendo a molte persone la possibilità di richiedere asilo, mentre non esistono canali di ingresso sicuri.

Consapevoli dell’ingiustizia delle leggi, in mano ad un potere corrotto e violento, siamo determinati nel voler portare avanti una lotta che è di tutte e tutti. Per questo, l’appuntamento di novembre vuole essere il primo passo di una mobilitazione per lo smantellamento degli apparati di controllo della mobilità, funzionali a sfruttare e dividere. Per superare la retorica della guerra tra poveri e vincere le strumentalizzazioni e i ricatti a cui siamo sottoposte.

 

Piattaforma rivendicativa

  1. Regolarizzazione per i lavoratori e le lavoratrici delle campagne privi di permesso di soggiorno
  2. abolizione di campi di lavoro di qualsiasi natura (ghetti, tendopoli, campi container)
  3. Accesso alla residenza per tutte e tutti
  4. stop alle deportazioni interne ed internazionali
  5. apertura di canali di ingresso e transito e libertà di circolazione

 

Comitato lavoratori delle campagne e laboratorio politico iskra

 

 

approfondimenti su  http://campagneinlotta.org