SHAUN KING. Le vite nere contano

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SHAUN KING: “Il movimento BLM non è una copia carbone del Black Panther Party. Come facciamo quel che facciamo sarà inequivocabilmente diverso. Il nostro tempo è diverso.”

Democracy Now! Independent Global News -21/10/2016

Nel 50° anniversario del Black Panther Party, alcuni mettono a confronto il partito col movimento Black Lives Matter [BLM – le vite nere contano]. Ci siamo confrontati con Shaun King, un attivista BLM e scrittore esperto di giustizia per il New York Daily News, che ha recentemente trascorso del tempo con il co-fondatore del partito, Bobby Seale. “Se si guarda a dove siamo ora rispetto a dove era il Black Panther Party [BPP] nello stesso periodo, penso che ci stiamo muovendo bene”, dice King. Eppure, egli osserva, “Il movimento BLM non è una copia carbone del Black Panther Party. Come facciamo quel che facciamo sarà inequivocabilmente diverso. Il nostro tempo è diverso.”

TRASCRIZIONE

Si tratta di una trascrizione veloce. Il pezzo potrebbe non essere nella sua forma definitiva.

AMY GOODMAN: è il 50° anniversario delle Pantere Nere. Questa settimana, il sito britannico Spiked ha pubblicato un articolo nel quale Elaine Brown, ex dirigente del Black Panther Party, ha detto, cito: “Black Lives Matter ha una mentalità da piantagioni [di schiavi]”. Ha aggiunto, cito: “La prossima ondata di giovani in azione qui, che si lamenta e protesta per gli omicidi in tutto il paese di giovani uomini e donne di colore da parte della polizia, protesterà, sì, ma non si solleverà in modo organizzato, con un progetto, per creare un cambiamento rivoluzionario… Noi spingemmo perché si formassero organizzazioni di autodifesa comunitarie, così da non essere assaliti dalla polizia, in modo da prendere le armi e conseguire i nostri diritti umani“.

La tua risposta alla critica di Elaine Brown e poi il percorso dalle Black Panthers al Black Lives Matter?

SHAUN KING: Beh, sai, mi piace il Black Panther Party. Ho trascorso qualche tempo nelle ultime settimane con Bobby Seale, il co-fondatore del Black Panther Party. E a lui piace il movimento BLM ed è stato immensamente solidale, incoraggiante, non solo con me ma con molti attivisti. Così mi ha amareggiato quanto ha detto Elaine. E io conosco Elaine. Ho parlato con lei diverse volte.

Quando Elaine è entrata nel BPP questo aveva circa due anni. Ed è qui che siamo anche noi del BLM. Penso che parte di quanto abbia fatto è aver valutato la totalità del BPP e tutto ciò che è stato attuato in 10 anni, e paragonato al dove siamo adesso noi al secondo anno. E insomma, non è giusto mettere a confronto il punto a cui siamo arrivati noi nel nostro secondo anno di vita col punto in cui il Black Panther Party era nel suo secondo anno di esistenza. Nel suo secondo anno di vita, il BPP aveva letteralmente solo 4.000 o 5.000 persone partecipi alle sue pratiche. E stava ancora ancora cercando di determinare dove andare e cosa fare. E così, penso che se si guarda a dove siamo ora rispetto a dove era il Black Panther Party nello stesso periodo, penso che ci stiamo muovendo bene.

Capisco la sua critica che si chiede cosa stiamo facendo rispetto a quanto fatto da loro. Ma alcuni di noi hanno visto i pericoli di ciò che è accaduto ai leader delle Black Panther, dagli assassini mirati al programma COINTELPRO*, e alcune delle lezioni che abbiamo imparato da loro ci hanno portato a cambiare i nostri metodi. E così, il movimento Black Lives Matter non è una copia carbone di quanto ha fatto il Black Panther Party. Come facciamo quel che facciamo sarà inequivocabilmente diverso. Il nostro tempo è diverso. Quindi, io la rispetto, la stimo e l’ammiro, ma mi ha amareggiato leggere alcune delle cose che ha detto.

JUAN GONZALEZ: E ancora più importante, il Black Panther Party era un’organizzazione, Black Lives Matter è un movimento, nato, in realtà, in maniera spontanea in tutto il paese, mentre i Panthers sono nati in un luogo come organizzazione disciplinata. Si tratta di una forma molto diversa di tentare di conquistare un cambiamento sociale.

SHAUN KING: Certo. Quello che ho riscontrato, non solo con Elaine, ma con molti dei nostri anziani, è che non sono a conoscenza che il movimento BLM  ha una piattaforma completa, che ci sono centinaia di organizzazioni che si vedono come parte di questo movimento in tutti i 50 stati in tutto il paese, e che hanno piattaforme politiche proprie. Ed è difficile per una persona, lei o chiunque altro, accettare le lotte e le battaglie specifiche che stiamo combattendo. Così un sacco di gente semplicemente non è informata di come realmente sia organizzato questo movimento.

AMY GOODMAN: Shaun King, prima di concludere, l’iniziativa boicotta l’ingiustizia, spiega cos’è in quest’ultimo minuto.

SHAUN KING: Sì, dal 5 dicembre, centinaia di migliaia di noi boicotteranno l’ingiustizia in questo paese. E quello che intendiamo è che noi crediamo che non ci siano solo le città o gli stati che continuano a sottoscrivere il costo dell’ingiustizia, che continuano a sostenerlo e a supportarlo, sia esso la brutalità della polizia o la violenza razziale, ma anche aziende che lo spalleggiano, sia non dicendo o facendo nulla o, ancora peggio, che stanno più specificatamente supportando i dipartimenti di polizia che continuano ad essere brutali in tutto il paese. Così abbiamo deciso di lanciare un boicottaggio mirato il 5 dicembre, non per uno o due giorni, ma il nostro modello è precisamente il boicottaggio degli autobus di Montgomery, che durò 381 giorni fino a quando non videro il cambiamento. Eh già-

AMY GOODMAN: Avete individuato le aziende?

SHAUN KING: Sì, e le indicheremo il 5 dicembre. Stiamo tenendo le nostre carte coperte fino ad allora, ma abbiamo già le aziende che colpiremo.

AMY GOODMAN: Bene, vogliamo ringraziare tanto per essere stato con noi Shaun King, attivista del Black Lives Matter, scrittore esperto di giustizia per il New York Daily News. Pubblicheremo i tuoi interventi su democracynow.org

SHAUN KING: Grazie.

 

http://www.democracynow.org/2016/10/21/shaun_king_black_lives_matter_is

*COINTELPRO è un acronimo per Counter Intelligence Program del FBI, utilizzato nel 1960 per monitorare, manipolare e disturbare i movimenti sociali e politici negli Stati Uniti. Martin Luther King, le Pantere Nere, gli attivisti anti-guerra del Vietnam, e l’American Indian Movement sono stati tra gli obiettivi del programma.

traduzione a cura di MoRAS