L’Orgoglio, la rabbia e la piazza che non c’è

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

L’Orgoglio, la rabbia e la piazza che non c’è
Siamo un gruppo di gay sardi, non conformi, abbiamo partecipato al “Pride Sardegna 2016”, che si è tenuto a Cagliari il 25 Giugno.
Queste le nostre considerazioni sulla giornata:
Come succede da qualche anno, anche questa volta i grandi cartelloni pubblicitari così come i manifesti che pubblicizzavano l’iniziativa hanno svelato un grande anonimismo, mancavano le parole forti, pesanti, come gay e lesbica o transessuale, lasciando il posto a un generico PRIDE, un orgoglio generalizzato quanto anonimo. Orgoglio di chi? di cosa? non era chiaro senz’altro dai manifesti e dalle brochure, molto più evidenti gli sponsor: Tiscali, Arborea, Radiosintony ecc.. Così come i patrocinanti: Regione autonoma della Sardegna; Presidenza del consiglio regionale; Comune di Cagliari. e i vari supporters:  E.R.S.U.; CTM; F.I.C.C,  ecc…Tutto tranne la parola GAY, Lesbica, Trans..
La stessa bella trovata della QUEEResima (va bene una volta ma alla fine stanca) di Queer aveva veramente poco, se per Queer si intende il movimento antagonista del superamento delle barriere e delle politiche identitarie di un omologato movimento GLBT, visto che i luoghi che ospitavano la rassegna sono legati in un modo o nell’altro alle istituzioni, e le tematiche piuttosto sottotono e tuttaltro che ribelli al sistema.
Ma veniamo alla giornata del 25 giugno, il culmine, la Giornata del PRIDE universalistico: La nota positiva è stata la scelta dell’iniziativa in città e non nel lungomare,  e dopo la strage omofoba di Orlando, e gli episodi di pestaggi verso dei gay al poetto, ci eravamo illusi che sarebbe potuto essere un GAY Pride più combattivo rispetto alle passate edizioni. L’illusione è durata veramente poco … nell’ambiente angusto di via santa Alenixedda, sotto il teatro lirico chiuso,  le poche voci dei partecipanti sono volate via col vento, la gente appena iniziava a raggrupparsi, da subito si è dato spazio e microfono al sindaco iper presenzialista, in un panegirico molto più lungo degli interventi dei gruppi gay, organizzatori e non.
Poi è iniziata la breve sfilata, “la street parade, debole” (come l’avevamo in precedenza definita); evidente e  accettata (e ringraziata dal microfono) la presenza della polizia, cordoni e cellulari davanti e dietro il corteo….e poi: maracaibo e Raffaella Carrà,  camion favolose-frettolose, nessuno slogan, nessuna rabbia, volemose bene, avanti, marsc! … Orlando superata, superati i pestaggi, c’era da essere “Froci” nel significato vero del termine FEROCI, almeno quando passiamo di fronte ai simboli del potere, e invece… “è fantastica, fantastica esta fiesta…taratatatà”, il tutto con il contorno della polizia volontaria dei city angels tuttattorno ai carri, i nastri di plastica bianchi e rossi a separare Noi e gli spettatori sui marciapiedi.
E va bene, ci siamo detti tra compagni, facciamo finta, ma poi è stato troppo: le bandiere del PD, di SEL, rossomori, abbiamo chiesto di toglierle quelle bandiere, un affronto vederle tra noi, in molti sono d’accordo alla nostra protesta-richiesta,  arrotolano le bandiere, veloci si spostano tra il primo carro e la polizia… si giustificano dicendo che erano stati invitati dagli organizzatori, chissà..
Appena scende la notte, si è sotto la statua di Carlo Felice (Feroce, lui sì) è rimasto un solo carro, dieci minuti di pessima musica e… STOP!
Troppa era la fretta di dirigersi e dirigere gli Orgogliosi, alla FESTA UFFICIALE al poetto, precisamente al bar “La Marinella”, ingresso 13 euro + consumazione. Increduli ci siamo trovati in mezzo alla strada, tra i caroselli delle auto dei vigili prima e delle auto private poi.
Bastava fare qualche metro in più e continuare la serata insieme in una piazza, piazza Yenne o piazza del Carmine. Sarebbe stato un momento interessante, finalmente insieme in una piazza vera, con o senza palcoscenico, una PIAZZA GLBT. Ma gli organizzatori se ne sono infischiati di chi non aveva voglia o i mezzi, sia materiali che economici per la festa ufficiale, alla piazza  hanno preferito il ghetto o il business, dei localini nel lungomare, tra l’altro neanche friendly.
Ci siamo rimasti male, e questa e’ la nostra piccola cronaca di una giornata che si e’ voluta tiepida, istituzionalizzata,  privatizzata e poco ma veramente poco ospitale.
Il nostro percorso e volontà di LIBERATZIONE non può accontentarsi di qualche contentino istituzionale. Non ci interessa elemosinare qualche diritto, che in una democrazia progredita dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini indipendentemente dalle scelte sessuali, dalla provenienza o dal genere.
Non vogliamo essere accettati ma dobbiamo lottare per una società dove non si pongano problemi di accettazione.
Non vogliamo essere gay normalizzati, magari consumatori dell’industria del divertimento (anche gay) e della moda, ne esemplari d’attrazione per qualche show mediatico, ne pedine da usare per scopi elettorali.
Ci interessa oggi ri-costruire una soggettività autonoma gay e ricollocare il movimento di liberazione Gay , Lesbico, Transessuale e altrx, nel più ampio contesto del movimento per l’autodeterminazione dei popoli e degli individui, liberandoci dal pensiero debole dell’associazionismo, legato a logiche di partito e di palazzo.
Buon GAY PRIDE a tutti e tutte tutto l’anno.
                                                 G. A. S.
                                   Gay Antagonistas Sardinnia