PALESTINA LIBERA Cronologia di un genocidio incrementale

palestinian-loss-of-land-1948-2009

… Israele nacque sull’uso del terrore su larga scala, dei massacri di palestinesi, della loro spoliazione, umiliazione e vessazione oltre ogni umana decenza, sul sotterfugio e sulla menzogna. E non sto parlando degli avvenimenti contemporanei, ma di fatti accaduti 60, 80 anni fa. Il destino della parte araba era segnato, e fu segnato quarant’anni prima dell’Olocausto nazista: già ai primi del novecento infatti i palestinesi erano considerati dai padri del sionismo, e futuri fondatori di Israele, una stirpe inferiore semplicemente da accantonare ed espellere, senza diritti, senza una Storia, un non-popolo. Il piano di pulizia etnica dei palestinesi prese vita alla fine del XIX secolo e non ha mai trovato soluzione di continuità fino ad oggi, e oggi come allora viene condotto dalla parte ebraica con una crudeltà senza limiti. L’immane tragedia dello sterminio ebraico nell’Europa di Hitler diede solo un impulso a quel piano, lo rafforzò, ma non lo partorì. 

Va compreso da chiunque desideri capire l’intrattabilità odierna del conflitto israelo-palestinese, che i torti più macroscopici furono inflitti dalla parte sionista ai danni della popolazione araba di Palestina negli anni che vanno dagli albori del ‘900 ai primi anni ’50. I ‘giochi’ si fecero allora. Tutto quello che è accaduto in seguito, sono solo violente contrazioni e reazioni da entrambe le parti (col primato della violenza senza dubbio in mano ebraica) in seguito a quel cinquantennio di orrori e di grottesche ingiustizie patite dai palestinesi nella loro terra, perpetrati con la piena e criminosa collusione degli Stati Uniti e dell’Europa, ciechi sostenitori di Israele allora come oggi. Solo guardando il terrorismo palestinese con questa ottica si comprende come esso sia la reazione convulsa e disperata di un popolo seviziato oltre ogni possibile immaginazione da quasi un secolo, e non una peculiare barbarie islamica. E con la medesima ottica si comprende la follia ingiustificabile del piano sionista odierno, e la sua implacabile ingiustizia. …

Paolo Barnard, palestina e israele, Torto marcio – presentazione  http://www.paolobarnard.info/palestina.php

C’è solo un termine che non condividiamo nel brano di Paolo Barnard che proponiamo come apertura alla ricostruzione cronologica dei principali avvenimenti storici che hanno caratterizzato il conflitto israelo-palestinese: la definizione “terrorismo palestinese”.

Non condividiamo e contestiamo la riduzione del processo di resistenza e di lotta alla discutibile categoria di terrorismo che evoca altri contesti e altri giudizi.

Per il resto non una sola virgola potrebbe essere considerata non condivisibile nell’intervento di Paolo B., che ben chiarisce perché sia importante conoscere il processo storico che ha condotto alla terrificante edificazione del cosiddetto stato di israele e all’agghiacciante sequenza di pratiche genocide pressoché quotidiane che i palestinesi subiscono da parte dell’esercito israeliano e dei coloni.

Dividiamo la pubblicazione della cronologia in due parti.

PALESTINA LIBERA

Cronologia di un genocidio incrementale [1]

  • 1834 Rivolta in Palestina contro l’occupazione egiziana (1831-40)
  • 1847 Il trattato di Erzourum assegna l’isola di Abadan alla sovranità iraniana. Il fiume Chatt al-arab resta ottomano e costituisce la frontiera, contestata, tra l’Iran e l’Iraq.
  • 1858 Nablus è annessa alla provincia di Beirut. Forte sommossa palestinese, duramente repressa (migliaia di vittime)
  • 1882-1903 Prima ondata di colonizzazione sionista della Palestina.
  • 1897 Primo congresso sionista a Basilea. Il Manifesto, steso da Herzl afferma che il “movimento sionista aspira alla creazione di un rifugio del popolo ebraico in Eretz Israel che dovrà essere garantito da una legge internazionale”
  • 1898 Il secondo congresso sionista indica la colonizzazione come mezzo per raggiungere lo scopo stabilito dal Manifesto di Basilea.
  • 1909 I Giovani turchi, formazione composta da ufficiali e studenti, depongono Abd al-Hamid, dichiarano illegali i propugnatori dell’indipendenza araba, tra cui si annoverano vari notabili di origine palestinese, e impongono una nuova identità turca basata sulla separazione tra Stato e religione.
  • 1916 Rivolta araba contro la dominazione ottomana.
  • 1917 Dichiarazione Balfour: Arthur James Balfour, ministro britannico degli Affari esteri, invia una lettera a Walter Rothschild, in cui annuncia che il “governo di Sua maestà guarda con favore alla sistemazione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico”.
  • 1920 Alla Conferenza di San Remo la Società delle Nazioni conferisce il Mandato britannico per la Palestina. Il Fondo nazionale ebraico viene istituito ad Haifa con lo scopo “non solo di organizzare, ma di creare, formare e insediare coloni ebrei in Palestina”. L’Haganah sarà il suo distaccamento militare, protagonista di azioni terroristiche e di picchetti armati per impedire l’assunzione di manodopera palestinese, per il boicottaggio delle merci arabe ecc.
  • 1921 Nella carta costitutiva del Mandato britannico viene incorporata la Dichiarazione Balfour insieme a una clausola che separa la Transgiordania dalla Palestina, definendone l’estensione territoriale dal fiume Giordano al mar Mediterraneo.
  • 1928 Hassan al-Banna fonda in Egitto l’organizzazione dei Fratelli musulmani. Amin al-Husaini crea un comitato per la difesa di Gerusalemme che, a partire dalla difesa dei luoghi sacri, contro il tentativo sionista di costruire un terzo tempio ebraico nella zona del Muro del pianto, adiacente alla moschea al-Aqsa e ad Haram al-Sherif, sollecità di fatto la lotta palestinese contro l’oppressione britannica e l’espansionismo sionista.
  • 1929 Una rivolta spontanea della popolazione rurale di recente inurbamento sfugge di mano ai notabili palestinesi. Nasce l’Agenzia ebraica, con funzioni di governo di fatto dello stanziamento ebraico, nel territorio mandatario.
  • 1933 Cinquecento esponenti dell’élite palestinese a Jaffa fanno fronte comune per il boicottaggio delle merci britanniche e sioniste. Izz al-Din al-Qassam, recluta combattenti per avviare una prima resistenza armata nelle città e in particolare ad Haifa. Ucciso nel ’35 dall’esercito britannico, la sua figura acquista popolarità.
  • 1936/39 Prima rivolta in Palestina suscitata dall’impauperimento delle campagne a causa del colonialismo e dell’acquisto di terre da parte sionista con conseguente sfratto dei fittavoli. Intorno al ’36 il numero di contadini costretti a diventare braccianti a giornate o a trasferirsi in città cresce notevolmente. Nasce l’Alto comitato arabo, una sorta di organismo politico dei notabili palestinesi.
  • 1945 “Leggi di emergenza” britanniche per limitare la politica sionista. Le stesse leggi verranno applicate dal ’48 in poi dallo Stato sionista contro i palestinesi. Esse stabiliscono tra l’altro che “ nelle regioni sottoposte all’amministrazione militare le autorità possono requisire qualsiasi oggetto, effettuare perquisizioni senza alcun limite e arrestare qualsiasi persona; i reati sono di competenza esclusiva delle corti militari e i comandi militari possono procedere a qualsiasi regione nel caso ritengano che gli abitanti non collaborano con loro.”

          Fondazione della Lega degli Stati Arabi.

  • 1947-48 Risoluzione Onu n. 181: il piano di spartizione della Palestina prevede 14000 kmq per lo Stato ebraico (con 558.000 ebrei e 405.000 “arabi”) e 11.500 kmq per uno Stato arabo (con 804.000 arabi e 10.000 ebrei), uno statuto internazionale per Gerusalemme, Betlemme e i Luoghi Santi che dovrebbero ospitare 106.000 arabi e 100.000 ebrei. Adottata con 33 voti favorevoli (tra cui USA e URSS), 13 contrari e 10 astenuti (tra cui la Gran Bretagna) non sarà mai applicata. Il 9-10 aprile 1948 le truppe dell’organizzazione sionista Irgun, dirette da Menahem Begin, radono al suolo il villaggio palestinese di Deir Yassin, massacrando 250 abitanti. Il 15 maggio David Ben Gurion proclama “l’instaurazione dello Stato ebraico in Palestina”.                               Risoluzione Onu n. 194 : ribadisce lo statuto internazionale menzionato nella n. 181 e raccomanda la piena accessibilità per questi luoghi, stabilisce il diritto al ritorno in Palestina per i palestinesi che lo desiderano e l’indennizzo “ da parte dei governi e delle autorità responsabili” per le proprietà loro espropriate e per i danni materiali subiti.
  • 1949 L’armistizio siglato dopo la guerra tra Israele e gli Stati arabi registra il fatto compiuto: i territori di Israele sono triplicati rispetto a quelli previsti dal piano Onu e quasi un milione di palestinesi sono espulsi dalla propria terra: è l’inizio della diaspora. Gerusalemme è spartita con le truppe hashemite, che ne occupano la parte Est; la parte Ovest è annessa a Israele. L’11 maggio lo Stato di Israele diventa membro dell’Onu.

          1949: viene promulgata la Legge sulle Proprietà degli Assenti in preparazione del furto delle terre arabe sottratte da israele ai                       palestinesi fuggiti dalle loro case durante la guerra del 1948, e dalla campagna di pulizia etnica condotta dai gruppi terroristici                     ebraici di allora.

  • 1950 Lo Stato sionista si fonda sulla legge del ritorno, secondo la quale ogni ebreo ha automaticamente diritto alla cittadinanza e a stabilirsi in Israele e sulla legge della Proprietà degli assenti che definisce come “assenti” i palestinesi fuggiti o cacciati da Israele prima, durante e dopo il ’48 e che legalizza le espropriazioni e i furti di case, terre e beni personali. Lo status di “assente” è ereditario, quindi esteso ai loro discendenti, anche se nati in Israele o Cisgiordania e Gaza.
  • 1956 Crisi di Suez: Regno Unito e Stati Uniti rifiutano di finanziare la diga di Assuan, il 26 luglio Nasser nazionalizza il canale di Suez, in ottobre Israele invade il Sinai, Francia e Regno Unito occupano il canale. La vicenda si conclude con il ritiro dei paesi imperialisti, accrescendo il prestigio di Nasser nel mondo arabo.
  • 1959 Congresso costitutivo di al-Fatah.
  • 1964 Creazione a Gerusalemme dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina). Primo summit della Lega araba, riunito a il Cairo da Nasser.
  • 1967 6-10 giugno, Guerra dei Sei giorni: Israele occupa la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, il Sinai e il Golan; annette Gerusalemme Est, prima concedendo e poi revocando a gran parte dei suoi abitanti la residenza israeliana. 54 km2 sono sottratti alla Cisgiordania e aggiunti all’area metropolitana annessa, amministrata da Teddy Kollek e Meron Benvenisti, responsabili della demolizione di centinaia di case palestinesi per fare posto alla spianata del Muro del Pianto. Utilizzando leggi del Mandato britannico o dell’impero ottomano, i sionisti si sono appropriati di più di due terzi della Cisgiordania e del 40% della Striscia di Gaza. Il 90% dell’acqua della Cisgiordania è sottoposta a controllo militare a benefico di Israele, mentre un palestinese ha a disposizione in media un metro cubo di acqua all’anno. Israele vanta una delle percentuali superiori al mondo di agricoltura irrigata (il 50% della superficie coltivabile) mentre solo il 6% delle terre palestinesi lo è, nonostante l’agricoltura impieghi un quinto della popolazione palestinese.

          22 novembre: la Risoluzione Onu n. 242 esige “il ritiro delle forze armate israeliane dai Territori occupati durante il recente                         conflitto” ( la risoluzione non sarà applicata)

  • 1968 Fatah diviene maggioritaria nell’Olp. Vengono fondati il Fronte popolare per la liberazione della Palestina e il Fronte democratico popolare per la liberazione della Palestina. Battaglia di Karameh tra esercito giordano e militanti di al-Fatah.
  • 1969 Golda Meir è eletta Primo ministro di Israele.
  • 1970 Morte di Nasser. L’esercito giordano attacca i militanti dell’Olp. Con un accordo con Arafat nel ’71 vengono espulsi in Libano. Un settore dell’Olp, denominatosi Settembre nero dà vita ad una serie di azioni di resistenza armata come l’attacco agli atleti israeliani alle olimpiadi di Monaco nel settembre 1972.
  • 1973 Israele attacca i palestinesi residenti in Libano e assassina tre dirigenti dell’Olp a Beirut.
  • Ottobre : Guerra del Kippur, le truppe egiziane e siriane tentano un’azione congiunta per iconquistare il Sinai e il Golan occupati da Israele.
  • 1974 Yitzhak Rabin diventa Primo ministro di Israele.
  • 1976 30 marzo, Giornata della terra: manifestazioni organizzate da palestinesi residenti in Israele sono violentemente represse dall’esercito sionista (sei morti)
  • 1977 Begin, Primo ministro di Israele.
  • 1978 settembre, a Camp David, vengono siglati gli accordi di pace fra il Presidente egiziano Sadat e quello israeliano Begin, con la mediazione del Presidente degli USA J. Carter. Gli accordi si articolano in due punti: il primo è uno “schema di pace per il Medio Oriente”, che prevede un periodo di transizione di 5 anni in seguito del quale gli abitanti dei Territori Occupati da Israele dovranno ottenere una piena autonomia e un proprio governo;  il secondo uno “schema per la conclusione di un trattato di pace fra Egitto e Israele” e indica i tempi della restituzione all’Egitto della penisola del Sinai (che verrà completato il 25 aprile 1982) e della apertura delle relazioni diplomatiche fra i due paesi (lo scambio di ambasciatori avverrà il 26 gennaio 1980). Per  autonomia palestinese Israele intende al massimo una forma di autogoverno amministrativo e non la nascita di uno stato indipendente

          Occupazione sionista del sud del Libano.

  • 1980 il Parlamento sionista proclama Gerusalemme “intera e riunificata capitale dello Stato di Israele”. Begin emana l’Ordine militare n. 947, che impone “un’amministrazione civile” nei territori occupati nel ’67, ovvero attribuisce al governo militare poteri sulla vita civile”. In questa nuova situazione , dalla fine dell’81 iniziano nuove mobilitazioni dirette da militanti palestinesi dei Territori.
  • 1981 marzo-aprile: insurrezione popolare destituisce i sindaci.
  • 1982 Israele invade il Libano. A settembre l’esercito sionista, agli ordini del generale Ariel Sharon, appoggia le milizie cristiane denominate Forze libanesi nell’eccidio dei campi profughi di Sabra e Chatila con migliaia di morti.
  • 1983 Yitzhak Shamir eletto Primo ministro di Israele.
  • 1987 Centinaia di detenuti palestinesi iniziano una serie di scioperi della fame nelle carceri sioniste. L’8 dicembre l’autista di un autobus israeliano investe a Gaza due automobili, i passeggeri, palestinesi, perdono la vita. Il 9 dicembre ha inizio l’Intifada, a Jabalia in Gaza, a Nablus e a Dheishe vicino a Betlemme e a Kalandya vicino a Ramallah e si estende in giro di pochi giorni a tutti i territori occupati. L’università di Bir Zeit è chiusa manu militari fino al 1992. Nel tentativo di isolarla vengono scavati dei fossati in entrambe le strade che la collegano alla vicina città di Ramallah, tagliate le linee telefoniche e i tubi dell’acqua che riforniscono il campus. Nonostante si tratti del caso più eclatante, gli Accodi di Oslo continueranno a lasciare Bir Zeit sotto giurisdizione israeliana. In risposta al boicottaggio di fatto della vita accademica, studenti e docenti organizzano corsi paralleli, in grado di non interrompere lo svolgimento degli studi, per quanto prolungati dallo stato d’assedio. Si conformano Comitati locali e un Comitato unificato dell’Intifada, che riflettono gli schieramenti politici interni all’Olp, e Comitati popolari che garantiscono la vita quotidiana.
  • 1988 1-7 marzo: settimana di azioni di protesta in risposta alla visita del segretario di Stato statunitense George Schultz. I Comitati locali invitano il personale palestinese degli uffici pubblici a rompere ogni rapporto con l’occupante. 11 marzo: Il comunicato n.11 del Comitato unificato invita a nuovi scioperi generali, a costringere alle dimissioni sindaci e quadri municipali e a rivolgere la lotta contro i coloni. 30 marzo: in occasione della Giornata della Terra, per la prima volta dal 1985 i profughi escono dai campi di Beirut e manifestano con la bandiera palestinese. 16 aprile: un commando sionista uccide a Tunisi il numero due dell’Olp, Abu Jihad. 30 maggio : sciopero generale contro gli incontri Reagan-Gorbaciov. Novembre : l’Olp riunito ad Algeri proclama lo Stato di Palestina e riconosce le risoluzioni Onu n.181, 242 e 338. Fondazione di Hamas.
  • 1989 Maggio: la Lega araba, riunita a Casablanca, sostiene le deliberazioni del Consiglio nazionale palestinese di Algeri.
  • 1990 Immigrazione ebraica in forte aumento: una sorta di corsia obbligata fa sì che gli ebrei che desiderano lasciare l’Urss ottengano il visto d’uscita e incentivi anche economici solo se disposti a raggiungere Israele. Alla fine dell’anno sono circa 200.000.
  • 1991 14 gennaio: Abu Iyad è assassinato a Tunisi. Un ordine dell’esercito di Tel Aviv impone ai palestinesi il possesso di uno specifico permesso per spostarsi, concesso solo alla leadership dell’Autorità e alla polizia palestinese. Maggio : 16000 ebrei etiopi sono trasferiti in Israele.
  • 1992 Nel corso dell’anno sono arrivati nel paese 78.500 ebrei. 17 marzo: autobomba davanti all’ambasciata di Israele a Buenos Aires, 29 morti.
  • 24 marzo : Ezez Weizmann è eletto presidente dello stato di Israele. Settembre: firma degli Accordi di Washington con il reciproco riconoscimento di Israele e dell’Olp, per la quale Arafat e Peres sono insigniti del premio Nobel per la pace.
  • 1993 Accordi di Oslo tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che hanno creato l’Autorità palestinese. L’accordo prevedeva che un terzo del popolo palestinese – chi viveva, cioè, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania – avrebbe realizzato il proprio “sogno nazionale” di avere uno stato autonomo su non più del 22 per cento della Palestina storica. Ma l’impossibilità di realizzare tale progetto, per come Israele ha radicato la sua occupazione e ampliato senza soste la sua colonizzazione in Cisgiordania e posto Gaza sotto assedio permanente, finì, ironia della sorte, facendo rivivere la questione imbarazzante dei diritti dei restanti due terzi: i milioni di rifugiati espropriati dentro e fuori la Palestina storica e gli 1,5 milioni di cittadini palestinesi di Israele di terza classe. Ma le élite palestinesi che hanno firmato Oslo, hanno più o meno esplicitamente rassicurato Israele che erano pronte a sacrificare i diritti di quei rifugiati in cambio di uno stato.
  • 1994 25 febbraio: il colono Baruch Goldstein assassina 29 palestinesi presso la moschea di Hebron. 4 maggio: Rabin e Arafat sottoscrivono a Il Cairo un accordo sull’autonomia palestinese. 17 maggio: la Striscia di Gaza e Gerico passano al controllo dell’Anp. 24 maggio: ripristino della legislazione precedente all’occupazione del ’67 nella zona dell’Autonomia. 26 ottobre: dichiarazione di fine belligeranza tra Israele e Giordania, siglata a Washington. 18 novembre: la polizia palestinese arresta 140 islamici e spara su una manifestazione, facendo 16 morti.
  • 1995 22 gennaio: attentato della Jihad islamica a Netanya, 19 morti israeliani; stato d’assedio sui Territori occupati; Arafat fa arrestare 170 militanti di Hamas. 28 settembre: ratifica a Washington degli accordi tra Arafat e Rabin sull’autonomia della Cisgiordania. 4 novembre: Rabin è assassinato da uno studente ebreo di estrema destra. Gli succede Shimon Peres.
  • 1996 10 gennaio: scarcerati 1000 dei 5000 palestinesi detenuti. 20 gennaio: prime elezioni (boicottate da Hamas, Fdpl e Fplp) nei territori dell’Autonomia palestinese. Arafat è stato eletto con l’88% dei voti. 18 aprile: operazione Furore, diretta da Shimon Peres. Le bombe israeliane sul Campo Onu di Cana (Libano) uccidono 98 rifugiati. La settimana seguente il Consiglio nazionale palestinese si riunisce per la prima volta a Gaza ed elimina dalla carta nazionale gli accordi che mettono in discussione il diritto all’esistenza dello Stato di Israele. 29 maggio: Netanyahu (Likud) vince le elezioni in Israele. 27 settembre: le autorità sioniste scavano un tunnel sotto la Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Manifestazioni palestinesi represse nel sangue (80 morti).
  • 1997 18 febbraio: il governo israeliano decide di costruire un nuovo insediamento nella periferia della Gerusalemme occupata, sulle colline di Har Homa (450 proprietari palestinesi sono espropriati di 1400 dunam di terra). Malgrado questa violazione degli accordi di Oslo II, gli Stati Uniti pongono il veto a una condanna dell’Onu. 25 settembre: la polizia palestinese chiude sedici sedi di Hamas. Lo stesso giorno il Mossad tenta di assassinare in Giordania il dirigente dell’ufficio politico di Hamas, Khaled Mechaal.
  • 1998 21 giugno: Il governo israeliano ratifica il progetto “Grande Gerusalemme” proposto da Nétanyahu . Il progetto prevede la trasformazione delle colonie alla periferia di Gerusalemme in modo da realizzare una grande Gerusalemme che da sola coprirebbe il 20% del territorio cisgiordano. Il 7 luglio l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite eleva lo statuto della delegazione palestinese a quello di super – osservatore. 13 luglio: Il Consiglio di Sicurezza chiede a Israele di abbandonare il progetto “Grande Gerusalemme”. 23 ottobre: “Accordo di Wje Plantation” : l’Autorità Palestinese dovrà recuperare entro 3 mesi un ulteriore 13% del territorio della Cisgiordania (L’1% dell’area A, cioè a piena sovranità palestinese, e 12% dell’are B, cioè a sovranità condivisa con gli israeliani) . Tutto ciò in cambio della repressione dei movimenti ostili al processo di pace e con la Cia come supervisore del piano di lotta al terrorismo. 14/15 dicembre: Clinton è il primo presidente a visitare la Palestina ed insieme ad Arafat partecipa ai lavori del Consiglio Nazionale Palestinese, dove il presidente palestinese abroga la clausola dello Statuto Palestinese che prevede la distruzione di Israele.
  • 1999 25 marzo: Meeting a Berlino, i ministri degli Esteri dell’Unione Europea proclamano il diritto permanente e senza restrizioni dei palestinesi all’autodeterminazione, compresa la possibilità di uno Stato.
  • 2000 15 febbraio: firma in Vaticano di Arafat con la Santa Sede di un accordo che rappresenta da una parte un pieno riconoscimento dell’Autorità Nazionale Palestinese e dall’altra la ricerca di uno statuto giuridico della Chiesa Cattolica nei territori palestinesi. 17/31 maggio: l’esercito israeliano si ritira dal sud del Libano e lascia vuota la fascia di sicurezza. Migliaia di libanesi si riversano nelle zone rimaste sotto occupazione israeliana per quasi 20 anni. Ezbollah conquista forti simpatie in tutto il mondo arabo per la sua lotta decennale che ha portato alla liberazione del Libano del Sud. 10 giugno: muore Haffez Assad, presidente della Siria, gli succede il figlio Bashar, Arafat proclama 3 giorni di lutto nazionale.

Fonti: Ancora una volta, Palestina ai palestinesi, Fabio Beltrame Prospettiva ediz. – InfopalBiblioteca/ Infoshop La Talpa – the Electronic Intifada –


[1] Il genocidio incrementale di Israele nel ghetto di Gaza, Ilan Pappe, The Electronic Intifada, 13 luglio 2004. Pubblichiamo la traduzione a cura della redazione di MORAS in una pagina separata