Terrorismo sionista in Palestina e non solo

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Nel gennaio scorso, ma la notizia è caduta nella voragine miserabile del dimenticatoio mainstream, diversi consiglieri militari  israeliani e americani sono stati arrestati dalle forze anti terrorismo irakene, mentre davano supporto e assistenza ai terroristi dello stato Islamico in Iraq. La stessa Onu ha più volte confermato che israele ha cooperato con forze legate ad Al-Aqaida, in particolare con il Fronte al-Nusra operanti sulle Alture del Golan siriano, gruppo famoso per atrocità commesse sui civili in Siria.  Da subito il giornale israeliano Haaretz pubblica un articolo a riguardo, parlando anche di supporto medico e ospedaliero per i feriti del gruppo terroristico islamico, trasportati nei territori occupati. Sempre ai primi dell’anno, lo stesso ministro degli affari militari, Moshe Yaalon, ha riconosciuto la collaborazione tra il governo sionista e il sedicente esercito libero siriano (Fsa), ossia gli stessi tagliagole e mercenari addestrati dalla Cia e dalla Nato, che successivamente sono diventati incontrollabili, con le conseguenze che tutti sappiamo. È del 28 ottobre scorso, invece, la cattura nell’area di Fallujah, da parte delle forze popolari e governative irakene, del colonnello israeliano Shahak in combutta con un’intera unità di terroristi dell’Isis. Il rilevante grado di collaborazione tra israele e questi gruppi islamici vicini al Califfato lo si è visto, anche, con gli attacchi aerei e di terra perpetrati contro Hezbollah, per minare la resistenza nel Golan.  In uno di questi attacchi sono stati uccisi diversi membri politici, tra cui il comandante Imad Mughniyeh, presenti in Siria per contrastare gli jihadisti dell’Is.

Ormai è sempre più evidente il connubio tra israele, gli Usa, la Francia e tutto il blocco Nato per la destabilizzazione della Siria e di tutto il Medio Oriente con l’aiuto di Turchia, Qatar e Arabia Saudita e di diverse multinazionali come la Exxon- Mobil, la più grande compagnia petrolifera statunitense. Insomma il sogno sionista della terra promessa che va dal Nilo all’Eufrate è di nuovo in auge con il beneplacito di tutte le potenze interessate a questo nuovo protettorato, che dia loro mano libera e accesso garantito su tutta la zona, e per questo stanno usando tutti i mezzi necessari … proprio tutti.

Intanto a pochi giorni dalla carneficina di Parigi, ad opera dei fascisti di Daesh, continuano i raid e il terrorismo sionista in Palestina e continua la vergognosa discriminazione razziale, con angherie, soprusi ed uccisioni a sangue freddo, senza che il mondo accenni un barlume di indignazione; infatti mentre l’inchiostro, insieme al sangue sacrificale della mattanza parigina, riempie quotidianamente le pagine asservite alla dottrina imperialista, il terrorismo con la stella di David imperversa incurante nei territori palestinesi.

Da ottobre ad oggi sono 114 i palestinesi uccisi, 30 solo in Cisgiordania, e 1000 i giovani, poco più che bambini, rinchiusi nei lager del terrore di israele, ma l’assurdo conteggio ha sempre più bisogno di un macabro aggiornamento. Uno di questi, che ingrossa le fila della triste conta, si chiamava Yahya Yusri Taha, aveva 21 anni ed è stato ucciso con un colpo alla testa, è stato lasciato morire come un cane, per due ore, agonizzante, con i soldati che impedivano alle ambulanze  e ai soccorsi di salvargli la vita; è stato ucciso  mentre protestava per l’ennesima rappresaglia notturna degli sgherri sionisti, che saccheggiavano casa per casa, arrestando donne e bambini, in un villaggio vicino a Gerusalemme.

Con la resistenza palestinese. Fino alla vittoria.