FERMARE LA STAREX

riceviamo e pubblichiamo

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CONTRIBUTO IN VISTA DEL CORTEO DELL’11 GIUGNO A DECIMOMANNU CONTRO L’ESERCITAZIONE AEREA STAREX

La STAREX (Sardinia Tactical Air Range Exercise) è la più importante esercitazione aerea internazionale che si svolgerà in Sardegna quest’anno, dal 9 al 12 giugno. Un gran numero di velivoli, prevalentemente delle aeronautiche militari italiana e tedesca, decolleranno dall’aeroporto militare di Decimomannu per allenarsi alla guerra, sicuramente nel poligono di Perdasdefogu e Salto di Quirra, come dichiarato nei calendari delle esercitazioni, ma niente esclude un coinvolgimento anche dei poligoni di Capo Teulada e Capo Frasca. In passato le esercitazioni Starex, Spring Flag e Star Vega prepararono la NATO agli attacchi in Afghanistan, Iraq e Libia, e diedero ampio spazio alle forze israeliane di cui conosciamo i disastri nella Striscia di Gaza e Libano. 

PERCHÉ DOBBIAMO FERMARLA?

La chiamata della rete NO BASI NÉ QUI NÉ ALTROVE per il corteo dell’11 Giugno 2015 si inserisce nel percorso antimilitarista intrapreso lo scorso autunno. Le pratiche proposte con continuità negli ultimi tempi, dai risultati più o meno soddisfacenti, hanno raggiunto l’obiettivo di disturbare la presenza militare attraverso rallentamenti dei convogli, invasioni del poligono e blocco delle esercitazioni.Questo è il contesto da cui è nata la necessità e la voglia di organizzare una giornata di mobilitazione contro l’esercitazione internazionale STAREX 2015.

Per comprendere meglio l’importanza dell’iniziativa dell’11 Giugno, occorre capire qual è il ruolo della base aerea di Decimomannu nel contesto internazionale e come essa sia inserita all’interno del dispositivo militare che soffoca la Sardegna. 

LE EDIZIONI PASSATE

La Starex nasce con la fine della serie delle Spring Flag nell’Aprile 2008. A partire dall’anno successivo le forze armate italiane ebbero l’esigenza di organizzare un tipo di attività adeguata agli scenari operativi del momento. Personale e velivoli italiani, israeliani e tedeschi parteciparono alla STAREX 2009. L’esercitazione era finalizzata all’affinamento di procedure e tecniche da applicare in missioni di controllo delle crisi, in un ambito di cooperazione internazionale. L’edizione successiva, la STAREX 2010, ha visto la partecipazione di oltre 60 velivoli ed equipaggi provenienti da tutti i reparti tattici dell’ AMI, alcuni Tornado della German Air Force e delle Special Forces. In questa sessione furono abbandonate le attività non strettamente collegate all’esercizio aereo e si concentrarono sugli aspetti collaterali quali il supporto logistico, l’attività di comando e controllo ed il coordinamento interforze. Durante Starex 2010 fu testato, ad esempio, il sistema LINK 16 che ora equipaggia i velivoli della linea Eurofighter e Tornado. Questo sistema permette la trasmissione e la distribuzione di informazioni tattiche operativamente rilevanti quali ad esempio minacce, obbiettivi, ecc.

Le zone operative (ROZ – Reserved Operating Zone) definite per la STAREX 2010 sono tre: la prima area, quella più vasta, si estende sul Mar Tirreno lungo la costa orientale della Sardegna; un’altra zona più contenuta è situata al largo della costa occidentale comprendente anche il poligono di Capo Frasca; la terza zona, infine, occupa un’area a Sud -Ovest. A queste aree si aggiunge una quarta zona di collegamento, una sorta di corridoio situato a sud della Sardegna. 

LA GUERRA NEI POLIGONI SARDI NON FINISCE MAI

Sin dalle sue origini la NATO ha designato l’isola come la principale area di addestramento e sperimentazione d’Europa e del Mediterraneo, dove si spara e si bombarda per 300 giorni all’anno. Ci si addestra ad uccidere e si sperimentano armi vere, le stesse che hanno distrutto la Libia, l’Iraq, l’Afghanistan, la Yugoslavia, la Somalia, il Libano e la Palestina. Da decenni si combatte una lotta impari contro lo sfruttamento militare del territorio sardo, una lotta fatta di occupazioni di terre, di manifestazioni e delle più diverse azioni di resistenza e sabotaggio della macchina bellica, lotta che ha conosciuto anche importanti successi, dalla celebre liberazione delle terre di Pratobello e Tertenia sino al recente blocco delle costruzioni dei radar militari costieri. Il dispositivo militare che strangola l’isola, oltre a una miriade di strutture minori, può essere ridotto a un triangolo con ai vertici i tre principali poligoni: Capo Frasca, Capo Teulada e Salto di Quirra. La loro estensione totale è di 22.600 ettari nei quali si sparano e testano armamenti di vario genere e tipo. Al centro di questo triangolo si trova l’aeroporto militare NATO di Decimomannu, sede di una scuola di addestramento al bombardamento aereo, dal quale decollano i velivoli diretti nelle diverse aree militari dell’isola.

L’AEROPORTO MILITARE NATO DI DECIMOMANNU

L’aeroporto di Decimomannu nacque come campo di manovra durante la seconda guerra mondiale e diventò a tutti gli effetti un aeroporto il 3 giugno 1940. In seguito all’armistizio (1943) passò sotto il controllo della United States Army che lo ampliò. Per motivi strategici l’aeroporto rimase inutilizzato fino al 1954, anno in cui l’Italia concedette segretamente diverse basi alla NATO e agli Stati Uniti d’America. La costruzione delle strutture attuali, che lo porteranno a diventare la principale base per l’addestramento avanzato degli equipaggi di volo della NATO, ebbe inizio nella primavera del 1955. In seguito all’occupazione delle terre a Capo Frasca per l’installazione dell’omonima base, diventa la prima sede dell’AWTI (Air Weapons Training Installation) un’infrastruttura dedicata all’addestramento con vari sistemi d’armamento aria-aria e aria-superficie. Il reparto italiano nacque ufficialmente il 15 febbraio 1957 con la denominazione ufficiale “Centro Addestramento al Tiro” (CAT) di Decimomannu. Lo stesso anno fu costituita anche un’unità canadese per l’addestramento al tiro aereo, la A.W.U. (Air Weapons Unit) della Royal Canadian Air Force (R.C.A.F.). Il 16 dicembre del 1959 fu firmato l’importante accordo “trinazionale”, in cui oltre all’Italia e il Canada, che si esercitavano regolarmente nella base di Decimomannu, si aggiunsero la Luftwaffe della Germania Occidentale. Alle tre nazioni che avevano firmato l’accordo si aggiunsero inoltre, con schieramenti temporanei, gli USA con l’U.S. Air Force (USAF) e l’ U.S. Navy. Decimomannu diventa sede negli anni settanta di addestramento e successivamente scalo delle forze americane durante la sanguinosa guerra in Vietnam. Nel 1970 la Canadian Air Force lasciò Decimomannu e venne rimpiazzata dalla USAF e dalla britannica Royal Air Force (RAF) che iniziarono ad operare con continuità nella base al termine del 1970. Alla fine degli anni settanta la presenza degli schieramenti USA si fece sempre più importante determinando un considerevole incremento dell’attività di volo tale da far stabilire a Decimomannu il triste record di aeroporto con il più alto numero di decolli e atterraggi presente in Europa. Nei periodi di esercitazioni più intensive, a cui conseguirono importanti conflitti (guerra nei Balcani, prima guerra del Golfo), si contò una media di circa 60.000 movimenti annui, pari a circa 450 giornalieri. Nel corso degli anni novanta abbandonarono l’aeroporto prima l’USAF (1991) e poi la RAF (1998), lasciando le sole aeronautiche militari italiana e tedesca a continuare le attività addestrative peculiari del AWTI. Attualmente i due utenti principali dell’aeroporto sono la German Air Force (GAF) e l’Aeronautica Militare Italiana (AMI), ma temporanei accordi internazionali di cooperazione permettono la partecipazione di tutte le forze aeree della NATO e di paesi non aderenti, come la SAF (Swedish Air Force), la IAF (Israeli air force) e la Swiss Air Force. L’Italia e la Germania, impiegano e condividono le strutture operative per l’addestramento e logistiche dell’A.W.T.I. con oneri suddivisi al 50%, sulla base di un accordo bilaterale.

L’aeroporto militare di Decimomannu ha, quindi, assunto nel tempo un ruolo di fondamentale importanza logistica per i killer di tutto il mondo. L’aviazione militare israeliana si è addestrata qui dal 2003 al 2013, partecipando a quasi tutte le esercitazioni aeree internazionali (Spring Flag, Star Vega e Starex) svoltesi nella base persino dopo le stragi in Libano (2006) e a Gaza (2009, Operazione Piombo Fuso). Nel 2011 partirono da Decimomannu gli aerei delle forze NATO e non (come gli Emirati Arabi) che parteciparono ai sanguinosi bombardamenti in Libia. La base è teatro di una serie impressionante di incidenti aerei mortali: 68 aerei precipitati e 19 piloti morti dal 1956 ad oggi. Inoltre le attività della base hanno provocato un disastroso inquinamento delle aree agricole circostanti. Le perdite delle tubature e il continuo sversamento di cherosene hanno compromesso le falde acquifere a tal punto da interdirne qualunque utilizzo. Per queste ragioni, a cui si aggiunge un insopportabile inquinamento acustico, una parte della popolazione di Decimomannu e dei paesi nelle vicinanze, negli ultimi vent’anni, poco per volta, ha preso coscienza di ciò che vuol dire vivere con un aeroporto militare affianco a casa. Sono state diverse le proteste e le manifestazioni antimilitariste e ambientaliste contro questa intollerabile presenza.

LA CRISI DELLAEROPORTO MILITARE NATO DI DECIMOMANNU

Nel settembre del 2014 un cacciabombardiere tedesco partito dall’aeroporto di Decimomannu provocò un enorme incendio nel poligono di Capo Frasca.

Questo episodio, a cui i media regionali diedero rilevanza, indignò profondamente l’opinione pubblica creando le premesse per una grandissima partecipazione al corteo indetto a Capo Frasca per il 13 settembre. Durante la manifestazione vi fu l’irruzione all’interno della base di centinaia di manifestanti che, armati di tronchesine, tagliarono le reti che delimitano il poligono. Ciò ha indotto il ministero della difesa ad annullare l’esercitazione VEGA 2014 e ha innescato una crisi che potrebbe mettere in difficoltà la gestione l’aeroporto militare. Viste le proteste popolari (che hanno anche avuto un seguito nel dibattito parlamentare tedesco) e la riduzione delle giornate a disposizione per le esercitazioni nel poligono di Capo Frasca ottenute dal consiglio regionale, il governo tedesco sta valutando la possibilità di uno spostamento delle sue forze aeree su altre aree di addestramento. Un simile avvenimento avrebbe serie conseguenze per la gestione dell’aeroporto militare. La dipartita dei tedeschi accollerebbe tutte le spese di gestione all’aeronautica militare italiana che, da sola, in tempi di crisi, potrebbe non avere le risorse per tenere aperta questa struttura. 

ORGANIZZARE UNIMPORTANTE MOBILITAZIONE POPOLARE ATTA A OSTACOLARE IN CONCRETO LE MANOVRE AGGRESSIVE DELLA STAREX 2015 È FONDAMENTALE IN QUESTO MOMENTO DI CRISI DELLA BASE.

IN QUESTO PARTICOLARE FRANGENTE UNA MOBILITAZIONE ANTIMILITARISTA DI MASSA POTREBBE ESSERE ESTREMAMENTE UTILE PER DARE LA SPALLATA FINALE CHE CI AUSPICHIAMO PORTERÀ AL DECLINO DELLAEROPORTO MILITARE DI DECIMOMANNU. PUNTIAMO ALLAMBIZIOSO OBIETTIVO DI CHIUDERE FINALMENTE E IN VIA DEFINITIVA QUESTO LUOGO SCIAGURATO DI MORTE.