Nei giorni scorsi la stampa nostrana, con la solita asservita disinvoltura, ha riportato le parole del Capo di Stato maggiore dell’Aereonautica, il generale Pasquale Preziosa, dopo l’approvazione del documento di valutazione rischio da parte della Conferenza di Servizi riunitasi nel Poligono di Quirra, riguardante il “possibile” inquinamento di tutta la zona. Da precisare che la Conferenza di Servizi non è altro che lo Stato che supervisiona il buon funzionamento del suo operare (!)
L’illustre soldato ha dichiarato con grande enfasi: “Con l’approvazione del documento di valutazione del rischio si chiude un lungo, complesso ed articolato procedimento che ha dimostrato quanto l’Aeronautica Militare sia attenta alla tutela dell’ambiente in cui opera. La conclusione del procedimento” – continua Preziosa – “costituisce il presupposto per poter riprendere a breve l’esercizio delle attività previste tese alla prontezza degli assetti operativi a tutela della sicurezza e difesa del Paese”; per passare poi alla beffa finale: “La Conferenza dei Servizi, ha rappresentato la fase conclusiva di un complesso ed articolato procedimento, indetto dall’Aeronautica Militare ed al quale hanno partecipato le autorità regionali, provinciali, locali, sanitarie e tecniche della Regione Sardegna, che ha accertato che la presenza delle sostanze rinvenute nelle aree militari ed in quelle demaniali esterne al Poligono sono di natura litologica e non conseguenza di attività antropica legata all’utilizzo del Poligono”. La conferenza ha inoltre “accertato che il piano di caratterizzazione delle aree militari, in precedenza approvato, non necessita di interventi di bonifica ambientali, in quanto non sussistono i profili di disastro ambientale. Per le uniche, circoscritte ed individuate aree militari all’interno delle quali sono stati rinvenuti elementi nocivi, è stato necessario unicamente effettuare la rimozione delle aree superficiali di terreno e di un’azione di monitoraggio temporale, con particolare riferimento ad alcune falde acquifere sotterranee”. Insomma, una faccia tosta disgustosa.
Parole che ancora una volta sono avvolte dalla solita dose di tracotanza da parte di apparati dello Stato, infarcite di pura menzogna istituzionale, sancite per dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che il tallone di ferro militarista in terra di Sardegna e non solo, è sempre più a pie’ fermo e senza tentennamenti. Tutto questo dimostra, inoltre, l’inconcludenza di chi crede ancora che la logica della guerra imperialista e le sue strutture belliche, possano essere messe in discussione utilizzando le stesse maglie e gli stessi strumenti che lo Stato utilizza per la sua stessa legittimazione; come la proposta di referendum o la partecipazione alle mobilitazioni sempre più interclassiste utili solo per la sopravvivenza di meschini personaggi già sepolti dalla loro stessa becera esistenza.
Dopo oltre 40 anni di prese in giro e una caterva di vergogne calate sulla nostra terra dove persino i maestosi nuraghi sono sotto tiro dei giochi di guerra, non c’è posto o zona sarda che non sia sotto smacco dello Stato, asservito alla logica guerrafondaia. Un elenco lunghissimo di nefandezze che cercheremo di riassumere per fare un quadro complessivo di questa brutalità, e come una sorta di viaggio dell’assurdo porteremo il viaggiatore, e lo fermeremo nelle diverse, tantissime, tappe.
Iniziamo da uno dei posti dove di solito i viaggiatori fanno il loro ingresso in Sardegna, ossia Olbia, per arrivare a Tavolara, dove son presenti un poligono per addestramento militare e un centro di telecomunicazioni subacquee di supporto per sommergibili americani. Poi si prosegue fino a Santo Stefano dove ci sono dei depositi sottomarini di carburanti, di armi e munizioni e al Parco Nazionale dell’Arcipelago de La Maddalena e Caprera dove oltre al “patriottico” Garibaldi son presenti un poligono di esercitazione militare e un punto d’approdo per sommergibili d’attacco e a propulsione nucleare e atomica. Così ancora proseguendo fino a Portotorres e ad Alghero dove son presenti dei radar militari ed è presente ancora, e tuttora presidiata militarmente, la base Gladio resa famosa dal “nostro” emerito co … ssiga. Si arriva poi a Santu Lussurgiu dove è presente una stazione militare di telecomunicazioni Nato e a Bosa e Cabras con radar, poligoni militari e una torre spia americana. A Decimomannu è presente invece un aeroporto militare Nato e non solo, radar e supporto per addestramento aereo di tutte le ultime guerre imperialiste. A Cagliari e dintorni son presenti radar, depositi di carburanti per mezzi militari e sommergibili e inoltre il porto è autorizzato per l’attracco di mezzi a propulsione nucleare e la città, che con l’hinterland fa quasi 500mila abitanti, non è provvista di alcun piano di evacuazione. Poi proseguendo ancora, si arriva al Salto di Quirra, che il Capo di Stato Maggiore ha descritto quasi come un orto botanico, uno dei poligoni più grandi al mondo, tristemente famoso per la strana moria di persone e animali, dove si addestrano i mercenari di mezzo mondo. Infine si arriva a Nuoro, dove a breve è prevista una mega caserma per la Brigata Sassari voluta e sponsorizzata, con orgoglio, dal Pd e da quasi tutto l’arco politico istituzionale. Tutto questo assurdo viaggio è quantificato in oltre 30 mila ettari di occupazione militare, da quasi mezzo secolo.
La boutade del Capo soldataglia sulla loro innocua presenza in Sardegna è quasi una sfida per chi, ormai, da troppo tempo si batte per una pace, vera, fra i popoli; popoli che subiscono il martirio, il sopruso e le macerie cresciute ed alimentate nella nostra terra. Una sfida, dal nostro punto di vista, da accettare senza remore e con determinazione, consapevoli, come abbiamo altre volte sottolineato, che questi servi della logica imperialista non vadano assolutamente lasciati in pace … ora, sempre e più di prima.
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