Le immagini della strage di Suruc in Turchia, ai confini con la Siria, dove sono morti trentadue giovani socialisti sono l’emblema della vergogna del potere turco, che presta alla follia islamista dell’Is la sua intransigenza nel cercare di annientare la resistenza curda.
I giovani della Federazione della gioventù socialista, anarchici e della sinistra rivoluzionaria, da giorni si preparavano per andare a dare solidarietà alla resistenza di Kobane e da giorni “contrattavano” con il Governatore distrettuale per avere il visto per poterci andare; visto accettato solo per una parte di loro e proprio per questo erano riuniti nel Centro culturale Amara, per organizzare la loro protesta, poco distante dall’esplosione. Dalle indagini condotte dai compagni filo curdi e dalle forze progressiste turche emerge l’ennesima connivenza del potere di Ankara con la spregiudicata follia islamista. Nei pressi del raduno dei giovani socialisti era presente una forte militarizzazione con controlli a tappeto sugli oggetti in loro possesso, sui loro zainetti, macchine fotografiche, telefonini ecc; inoltre le telecamere avrebbero ripreso l’attentatore mentre si avvicinava sul posto, con disinvoltura e sicurezza, tenendo conto che proprio nei paraggi c’è un commissariato di polizia.
Insomma il solito gioco sporco di Erdogan, che dopo il suo ridimensionamento alle elezioni e soprattutto dopo la vittoriosa resistenza di Kobane, vuole assolutamente chiudere il cerchio sulla situazione curda, ad ogni costo. Guarda caso, infatti, da quando Kobane è diventata l’emblema di una possibile resistenza attiva all’Is e da quando è nata l’Amministrazione democratica autonoma nel Rojava (Siria) nel luglio del 2012, con grande effetto su tutto il Kurdistan (che infatti proprio in questi giorni festeggiava una sorta di loro Liberazione) questi attacchi sono ancor più mirati e sanguinari.
Intanto i movimenti progressisti e antagonisti turchi stanno sempre più ingrossando le fila e mettendo all’ordine del giorno l’autodifesa e la resistenza, che Erdogan e i “suoi”non riusciranno ad arrestare con la loro brutalità.
L’esempio di Kobane è ormai compenetrato nelle vene di tutti coloro che vogliono costruire un alternativa al dominio imperialista. E non ci saranno burattini e burattinai che potranno fermarla.
Solidarietà con i compagni turchi
Solidarietà con la resistenza del Rojava
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