bastardi

je suis mort e destruction

Dopo gli attentati a Madrid dell’11 marzo 2004, dove persero la vita 191 persone, il premier Aznar fu contestato dal padre di una delle vittime, che gli urlò in chiesa, durante i funerali: bastardo, sei tu che hai ucciso mio figlio. Le parole di quell’uomo, fredde, spontanee e dirette tuonarono nella chiesa strapiena di lacrime, dolore e tanta rabbia.

La scia di sangue, follia e … bastardi, si trascina ormai inesorabilmente fino alla mattanza parigina. La canea mediatica, lo sciacallaggio continuo, imperversano senza fine e senza logica, abbracciando in un vortice pericoloso e odioso, carnefici, cause e vittime. Ciò che i vertici di un potere da cancrena sociale, dopo Parigi, non potranno più nascondere, è che la guerra si è spostata, come tutte le guerre, su due fronti distinti e non la si potrà più osservare come un macabro spettacolo in 3d nelle nostre mega tv da salotto, perché uno dei fronti saremo noi. E così la dovremo osservare e toccare nelle nostre case, tramite i nostri cari, i nostri figli, come è avvenuto in Spagna prima, artefice della guerra in Iraq a seguito del boia internazionale Bush, e in Francia ora, artefice di tutte le ultime guerre di conquista al seguito di  Usa e Nato.

Con la sua banalità portata avanti da chi ancora ci vuole convincere che l’immigrato o il profugo siano portatori di guerra, l’idiozia fascista e razzista fa sempre più proseliti e sta innescando la componente necessaria a fuorviare dal diritto al sapere e dal dovere di smascherare i bastardi citati del dolore spagnolo, insieme ai bastardi che sbraitano nelle righe indecenti di sedicenti giornali. Idiozia che probabilmente per troppo tempo si è lasciata scorrere come una lava spenta e fredda, convinti della sua inutilità.

La vulgata dell’anti islamismo e anti arabismo come salvezza mondiale fa acqua da tutte le parti, affoga nell’inesattezza e nell’insensatezza ed è solo polvere negli occhi. Lo scopo mediatico di creare notizie nebulose, infarcirle col nulla o col sangue che schizza sugli schermi tv, ha gettato nel  dimenticatoio gli ultimi anni di storia, guerre e massacri.

Ci si è dimenticati della guerra all’Iraq con la complicità di tutto l’arco europeista, con lo scopo di alterare il conflitto storico fra sunniti e sciiti, minando così una intera zona da occupare per le mire imperialiste occidentali e ci si è dimenticati delle menzogne di Bush e Blair, spudoratamente rivelate da quest’ultimo, e dei milioni di morti causati; morti con la stessa carne e lo stesso sangue di quelli di Madrid, Ankara, Beirut o Parigi.

Ci si è dimenticati della vergognosa alleanza con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti che insieme al potere sionista di israele (che proprio in queste ore ha ricominciato a bombardare Gaza) ha alimentato col sangue la polveriera medio orientale.

Ci si è dimenticati dell’Afghanistan, dove le forze imperialiste capeggiate dagli USA armarono Al Quaeda in funzione anti URSS creando la valanga jihadista che si è trascinata fino ai giorni parigini; della Libia, della Siria da cui è scaturita una delle ultime fasi dello sporco gioco occidentale, creando l’espansionismo delirante jihadista contro Assad, con migliaia e migliaia di mercenari addestrati dai supervisori Nato per destabilizzare, tra l’altro, una delle parti, in tutta la zona, meno infarcite dalla follia sunnita del Califfato, per poi perdere il controllo di questi gruppi alleati – o meglio schegge impazzite, ma bene armate – e ritrovarsele poi sul proprio uscio di casa, con le conseguenze di questi ultimi giorni.

Ci si è dimenticati della Turchia che ha usato, armato e alimentato questa follia contro i curdi e ci si è dimenticati o forse è meglio dire, non si è quasi mai parlato, della distruzione dello Yemen con migliaia di morti e milioni di sfollati e ci si dimenticherà presto anche della rappresaglia francese a Raqqa, in Siria, dove proprio in queste ore si stanno massacrando indistintamente civili e incivili.

Ci si è dimenticati, infine, della resistenza e della lotta di liberazione in questi luoghi, da quella yazidi  a quella siriana e curda, da quella afghana a quella libanese e palestinese, da quella egiziana a quella nigeriana; resistenza fatta da giovani, spesso musulmani, che lottano seriamente contro il fascismo del Califfato e contemporaneamente contro la guerra che stupra le loro esistenze.

Osservando le facce di questi giovani resistenti possono intravedersi le stesse facce dei giovani francesi che in questi giorni si vedono nei giornali e nelle televisioni di tutto il mondo, giovani sorridenti, spesse volte vestiti uguali, pieni della stessa voglia di vivere, inghiottiti tutti insieme in un vortice che l’ipocrisia e l’arroganza del potere vorrebbe mettere in contrapposizione; e così Ankara, Parigi o Beirut non sono così distanti o diverse, ma insieme hanno la stessa voglia di esistere, senza i bastardi  che ne usano il loro giovane sangue, per le loro sporche strategie.