chi vive di guerra non va lasciato in pace!

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Il campeggio antimilitarista che si è svolto a Cagliari il 9-10-11 ottobre è stato organizzato dalla rete No Basi Né Qui Né Altrove per rilanciare le lotte antimilitariste che da ormai un anno e mezzo circa hanno luogo in Sardegna.

La scelta di Cagliari non è stata casuale: la città infatti è tra le più militarizzate d’Italia anche se questa presenza dei militari ormai non viene quasi notata, perfettamente mimetizzata nel contesto urbano e le ditte che collaborano a vario titolo con l’apparato bellico sono ignorate dai più.

Per questo motivo sono state compiute delle azioni informative sia per sottolineare i legami tra il mondo dell’università e il mondo militare che per evidenziare la diretta connessione tra banche ed economia della guerra, mettendo in evidenza il nesso fortissimo tra civile e militare.

Durante la tre giorni ci sono state diverse assemblee, la più importante sicuramente è stata quella di sabato 10, in cui è stato presentato il calendario delle esercitazioni degli ultimi mesi del 2015 e sono state condivise le esperienze antimilitariste di persone che venivano da altre lotte non sarde.

Durante le assemblee sono state prese anche delle decisioni sulle prossime tappe della lotta antimilitarista in Sardegna, soprattutto in vista della Trident Juncture, l’enorme esercitazione Nato che coinvolge Portogallo, Spagna e Italia, in particolare Sicilia e Sardegna.

L’atteggiamento repressivo della polizia si è abbattuto particolarmente su compagne e compagni che venivano da fuori: sono stati dati ben 12 fogli di via. Durante il campeggio sono stati compiuti vari atti intimidatori, come ad esempio il taglio delle ruote alle auto dei partecipanti al campeggio.

Le tre giornate antimilitariste si son concluse col corteo in diverse vie di Cagliari. Un gruppo di un centinaio di compagni si è mosso intorno alle 19 da Piazza d’Armi per proseguire verso il centro. Il corteo si è subito caratterizzato dagli slogan antimilitaristi e qualcuno pro Palestina vista la concomitanza delle giornate di dolore che stanno vivendo i fratelli palestinesi. Già da subito gli sgherri del controllo sociale hanno mostrato la loro invadenza con teleobiettivi e video sorveglianza. Appena il corteo si è mosso hanno subito stretto a tenaglia i manifestanti con una presenza massiccia e assurda, da grandi occasioni, con tanto di elicottero (nuovo fiammante) della polizia che ha sorvolato il centro cittadino per quasi tutta la giornata. Durante il corteo sono apparse scritte di rabbia contro la guerra e i suoi servi, contro la sudditanza del nostro territorio con i suoi 30 mila ettari di servitù militari, dove proprio in questi giorni sono intenti ad esercitarsi i mercenari di mezzo mondo. La presenza delle cosiddette forze dell’ordine si è fatta sentire sempre più asfissiante durante il tragitto del corteo, ma i compagni proseguivano con la loro determinazione senza lasciarsi intimorire dalle divise di Stato. Arrivati all’altezza di una banca un gruppo di manifestanti ha voluto mettere in evidenza l’intreccio tra il potere economico e finanziario europeo con la guerra imperialista, lanciando qualche oggetto e vernice rossa; rossa come il sangue dei proletari che subiscono gli artigli di questo connubio e il tutto è bastato per sguinzagliare le divise con una violenta carica a freddo sulla parte finale del corteo che comunque è riuscita a tenere la posizione. Da quel punto in poi del tragitto, il corteo ha subito diversi attacchi, con alcuni compagni pestati violentemente ma che con orgoglio e determinazione proseguivano col far sentire l’odio verso la logica del potere asservita alla guerra, che gli sgherri col manganello hanno contribuito a rafforzare. Dopo qualche mezz’ora di tafferugli, slogan e ancora scritte, i compagni hanno deciso di disperdersi ognuno con la propria “storia”.

La giornata di domenica è un altro tassello importante per la lotta antimperialista in Sardegna e non solo, che proseguirà sempre più attiva e con il sorriso fra le labbra rivolto verso chi crede di fermarla con qualche foglio di via e qualche manganellata, convinti sempre di più che chi vive di guerra non va lasciato in pace.

Alcun* compagn* presenti al campeggio e al corteo.