GENUINO CLANDESTINO. Viaggio tra le agri-culture resistenti al tempo delle grandi opere
Michela Potito/ Roberta Borghesi/ Sara Casna/ Michele Lapini
Terra Nuova Edizioni
Resistere, contrapporsi, creare economie diverse, che siano altro, che si oppongano al modello di sviluppo capitalistico, è difficile.
Difficile, ma non impossibile!
Da anni nuovi movimenti si muovono in questa direzione e qui in Italia è nata un’esperienza che, piano piano, si radica nel territorio, si confronta quotidianamente, inserendo granelli di sabbia nel meccanismo di questo modello dominante, creando occasioni di discussione, riappropriandosi di luoghi e spazi per poter riaffermare vite diverse fuori dall’ingranaggio che stritola.
Genuino Clandestino è una di queste, una rete che da nord a sud di questo martoriato paese, ha creato una rete di resistenza che, come si legge nel loro manifesto, vuole (…)Costruire comunità territoriali che praticano una democrazia assembleare e che definiscono le proprie regole attraverso scelte partecipate e condivise… Sostenere e diffondere le agricolture contadine che tutelano la salute della terra sostenere, attraverso pratiche politiche (come i mercatini di vendita diretta ed i gruppi di acquisto) il principio di autodeterminazione alimentare… Costruire un’alleanza fra movimenti urbani, singoli cittadini e movimenti rurali, che sappia riconnettere città e campagna superando le categorie di produttore e consumatore …. Sostenere le comunità locali in lotta contro la distruzione del loro ambiente di vita
Genuino Clandestino è un movimento antirazzista, antifascista e antisessista
Per raccontare tutto queste storie di vita e resistenza, quattro clandestin* si sono mess* in viaggio, da nord a sud dell’Italia, e ci hanno raccontato una parte significante di questa esperienza, raccogliendolo il racconto in un libro.
Il libro ci parla appunto la vita e la resistenza di tante persone, che si compie attraverso varie forme, a volte con scelte individuali o familiari, altre con scelte collettive, a cui si aggiunge la determinazione di chi vuole riappropriarsi anche delle parole contadine oggi usate (abusate) spesso a sproposito, per cercare di ridare loro il vero significato.
Il racconto/viaggio ci porta a casa dei Strulgador, una coppia di erboristi che vivono a Monteombraro nel modenese, nella comune libertaria di Urupia in Puglia, da Fabrizio a Fara Sabina, in Umbria alla fattoria la Goccia di Orvieto e dai Semi bradi di Umberteide, a Mondeggi con la sua lotta per riappropriarsi della terra, alla cascina delle Cinciallegre a Cingia de’ Botti in Lombardia e tanti altri luoghi diversi, ma accomunati dallo stesso spirito.
Il libro è diviso idealmente in tre parti: la prima, il racconto del viaggio, la seconda che, dopo il diario del viaggio, dà informazioni e rimandi a documenti sulla lotta per la terra e poi le foto, mai banali o “facili”, che in nessun momento indulgono al facile effetto (come si sarebbe potuto facilmente ottenere, visti i luoghi e i paesaggi) ma che mostrano i volti, i luoghi, di chi in questi territori vive, lavora, lotta e resiste.
Un viaggio lungo, intenso, carico di semplicità, ma anche di una condivisione di tante pratiche diverse.
Un vero viaggio dell’anima, dove si incontrano donne, uomini, che con scelte a volte prese individualmente, altre volte frutto di incontri collettivi, hanno deciso di resistere e praticare quello che, per troppo tempo, è stato solo uno slogan: Un altro mondo è possibile, che in questi luoghi, diventa invece realtà.
luglio 2015
Néstor Roca
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