Gaza, i diritti umani e la libertà di stampa

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A Gaza uccide anche il fango. La tempesta Huda che si è abbattuta sul territorio palestinese ha fatto cinque vittime solo negli ultimi giorni, quattro erano bambini. La neve, la pioggia e il gelo sono piombati sugli sfollati come una nuova apocalisse. Dopo i bombardamenti dell’estate scorsa, sono 150 mila i palestinesi senza una casa, senza un ricovero adeguato e senza sussistenza alcuna, e il mancato arrivo delle donazioni internazionali sta mantenendo la situazione in stallo (solo il 2% dei 5 miliardi di dollari promessi dalle comunità internazionali sono arrivati a Gaza, praticamente il nulla). Si temono le epidemie, e la fame sta già stringendo in una morsa infame, vecchi, donne e bambini. Dall’ultima escalation sionista, con il massacro di 2140 palestinesi, di cui 577 bambini, Gaza è un luogo spettrale, non c’è quasi mai corrente elettrica, l’unica centrale elettrica esistente, è stata danneggiata dai bombardamenti dell’operazione Margine Protettivo e la mancanza di carburante fa sì che possa fornire di energia la Striscia solo per poche ore al giorno; non c’è acqua, ma solo detriti, freddo e fango. In queste condizioni “vivono” i feriti della guerra dell’estate scorsa: 11000 persone di cui 3374 bambini, 2088 donne e 410 anziani, tutti con ferite gravi, che vivono in mezzo alla miseria con il resto degli abitanti, oltre 1 milione e 800 mila. Il 2014 è stato un anno di barbarie in Palestina. Guerra, soprusi, saccheggio e torture. Oltre 1200 sono stati i minori arrestati e torturati (si parla anche di stupri) dall’esercito sionista di Netanyahu, lo stesso che abbiamo visto capeggiare l’ipocrisia europea e mondiale a Parigi, e Israele è l’unico Paese al mondo in cui i minori sono perseguiti e processati da un tribunale militare. L’ultimo attacco israeliano a Gaza, così come gli altri, ha violato sistematicamente il diritto umanitario e perfino di guerra, avendo preso di mira ospedali, scuole e pronto soccorso. Nel 2014 in terra di Palestina sono stati uccisi 17 giornalisti e operatori media, tra cui l’italiano Simone Camilli, uccisi miratamente e con freddezza per far sì che la stampa mondiale fosse “libera” di tacere questa barbarie e questo assurdo, e avvolgere così i “diritti umani” con un involucro dove nasconderli, per evitarne il ridicolo.

Il mondo non marcia a Gaza, il mondo non esiste a Gaza, ma esiste l’ingiustizia ed il sopruso, esiste un lager a cielo aperto con quasi due milioni di persone, senza “esistenza”, con la paura, il terrore e molto odio; odio che per forza di cose sarà sputato e riversato sulla “tranquillità” della sua causa.

Nikola