E’ ormai da diverso tempo, ossia da quando in Sardegna il movimento antagonista, antimilitarista e autorganizzato ha deciso di riprendere la strada del conflitto contro le basi militari, che la politica repressiva del sistema ha rialzato i manganelli e sguinzagliato questura e magistrati; quattro compagni nell’arco di qualche mese sono stati soggetti ad “attenzioni particolari” da parte degli sgherri e sottoposti a proposte di restrizioni personali riguardanti la libertà di movimento e di esistenza. La logica del terrore in uso dallo Stato serve o dovrebbe servire per allentare il coinvolgimento attivo, soprattutto di giovani, sulle problematiche sociali quali, appunto in questo caso, la militarizzazione del territorio in Sardegna.
La determinazione dello Stato nell’affrontare le cosiddette “frange estreme” tenutesi fuori dalle proteste legittimate dallo Stato stesso, trasformate sempre più in meschine carnevalate inconcludenti, evidenzia il fatto che si vuole isolare chi sta veramente “centrando” il problema e che probabilmente sta iniziando a creare, senza velleitarismo, qualche preoccupazione all’ingranaggio guerrafondaio, come avvenuto con lo spostamento dell’addestramento militare internazionale, la Starex, fuori dal territorio sardo, per mancanza di “tranquillità”.
La storia è sempre la stessa; ovunque ci sia il riacutizzarsi delle lotte, che siano per la casa, contro il Tav o quelle dentro le metropoli come quelle di ottobre e dicembre a Roma, il 1 maggio a Milano o l’11 giugno a Decimomannu, la repressione diviene sempre più agguerrita e strutturale alla politica istituzionale che cerca in qualche modo una sorta di legittimazione “legale” per mascherare la sua ormai scandalosa putrefazione morale e sociale. L’uso abnorme delle misure di sicurezza ossia avvisi orali; sorveglianza speciale; domicilio coatto e tanti altri vecchi arnesi di fascista memoria, ci ricorda che entrano in gioco sostanzialmente gli elementi del codice rocco, conosciuti da più di 80 anni: oltre all’appartenenza a determinate aree – politicamente attive e poco compatibili – vengono valutati i comportamenti (anche quelli non penalmente rilevanti), le attitudini, le cosiddette inclinazioni. L’utilizzo smodato ha solo funzione di criminalizzazione preventiva.
Per tornare alla Sardegna, la cancrena militarista è divenuta ormai incontenibile e così la determinazione che non se ne può più. E non saranno i manganelli o le questure a fermare la sempre più dilagante consapevolezza che non si può rimanere inerti o accomodati nella solita disillusione che non si può far niente contro la guerra e le sue ramificazioni, come le basi, appunto; in Sardegna e non solo …
Per questo ci sentiamo solidali e complici con chiunque subisce le intimidazioni dello Stato; complici nel continuare la lotta e solidali nella fratellanza antimperialista e antimilitarista. Fino in fondo …
“… E’ così che la massa degli uomini serve lo Stato non come uomini coraggiosi ma come macchine, con il loro corpo. Sono l’esercito permanente, la milizia volontaria, i secondini, i poliziotti, il posse comitatus, ecc. Nella maggioranza dei casi non c’è nessun libero esercizio del giudizio e del senso morale, sono al livello del legno, della terra, delle pietre. Suppongo che se facessimo degli uomini di legno sarebbero altrettanto utili. E’ un tipo d’uomo che non richiede maggior rispetto che se fosse fatto di paglia o di un impacco di sterco.” Henry David Thoreau
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