Pubblichiamo, condividendone pienamente il senso, l’intervento dei compagni della rete nobasi a proposito del decreto penale di condanna notificato a diversi compagni.
Gli attacchi alle diverse espressioni di conflittualità politica e sociale si sono ulteriormente intensificati e diversificati, in particolare negli ultimi anni.
I dispositivi utilizzati per colpire gli attori del conflitto sociale spaziano da quelli più palesemente polizieschi (denunce, arresti, fogli di via, il nuovo Daspo urbano), a quelli amministrativi (le sanzioni pecuniarie in crescente aumento sia per il numero che per gli importi). Il sistema securitario che si va sempre più perfezionando comporta, altresì, un livello di delegittimazione politica delle lotte che passa attraverso le campagne di mostrificazione di chi resiste e lotta, di divisione tra buoni e cattivi, di rottura dei meccanismi di solidarietà.
La posta in gioco è alta e si qualifica nell’esigenza di governare le enormi contraddizioni che questo sistema produce, e che non devono potersi trasformare in un processo di costruzione di coscienza della necessità di cambiare lo stato delle cose presenti …
Decreto penale di condanna per antimilitarist*
Posted on 24 febbraio 2017 by nobasi
Avantieri, 22 febbraio 2017, ad un compagno è stato notificato un decreto penale di condanna per l’ingresso nel poligono di Capo Teulada del 20 dicembre 2014. Il procedimento riguarda altre cinque persone alle quali, ad oggi, non è ancora stato notificato nulla.
Quella mattina circa settanta persone si erano trovate nei pressi di Porto Tramatzu e, passando dalla spiaggia, erano entrate nella zona militare attraverso un punto non recintato e mal segnalato. All’interno del poligono la Brigata Sassari si addestrava per partire verso Mogadiscio nel febbraio del 2015.
Questa è stata una delle prime azioni di disturbo della Rete No Basi né qui né altrove. Dopo due anni i giudici vengono a chiedere il conto, commutando la pena di un mese di detenzione in una sanzione di 7500 euro (250 euro al giorno).
Una notifica che non ci stupisce e che sicuramente rafforza la nostra idea … chi vive di guerra non va lasciato in pace!
Solidarietà ai compagni e alle compagne colpite dalla repressione!
Rete No Basi né qui né altrove
Cassa per le spese legali contro l’occupazione militare
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