I frutti amari della Troika in Grecia, e non solo …
La politica criminale della Troika, sta trascinando sempre più il popolo greco in fondo agli abissi del degrado sociale e umano. La devastante crisi economica imposta dai diktat europei, con lo stillicidio di riduzione dei salari e posti di lavoro, con il dissanguamento del capitale pubblico verso la speculazione internazionale, ha partorito l’ennesima “degenerazione umana”, che sono i nuovi lager per malati mentali o deviati sociali, cioè per i figli della povertà e dall’emarginazione. All’ospedale psichiatrico Dafne di Atene, circa duecento nuovi pazienti ogni mese, vengono coatamente ricoverati per ordine della magistratura. Buona parte di questi pazienti non ha mai avuto problemi di malattie mentali e si ritrovano ad affrontare la tristezza di questi luoghi, solo per aver avuto degli attacchi o impulsi di rabbia incontrollata, causati dalla perdita del lavoro, dallo sfaldamento familiare o semplicemente dall’annullamento umano frutto della crisi devastante; rabbia spesse volte sfociata in follia, da menti indebolite dalla miseria e dal sopruso.
Le strutture ospedaliere greche che si occupano dei malati con problemi mentali non hanno più la capienza per poter accogliere le nuove masse di “esclusi” che la polizia e la magistratura hanno deciso di trasformare in pazienti psichici, e così vengono ammassati come in veri e propri vergognosi lager. Dalle vie dei grossi centri, centinaia di poveri, di senza fissa dimora, che negli ultimi anni hanno ingrossato le file della povertà (su 10 milioni di persone, si calcola che oltre 6 milioni di greci vivano in estrema povertà) grazie alle politiche capestro del Fondo Monetario Internazionale, della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea, vengono praticamente rastrellati, rinchiusi e ammassati in lettighe o letti messi alla rinfusa nei Centri di recupero mentale; rinchiusi anche per brevi periodi di tempo, per poi essere “rispediti” di nuovo in strada, ovviamente senza nessuna assistenza sanitaria. Strutture sanitarie che non hanno più la capienza per assorbire nuovi
ricoveri anche perché sulla sanità greca si è abbattuta una sorta di apocalisse (solo ad Atene sono stati chiusi sette ospedali), mentre sono in aumento malattie che erano debellate da tempo, come la malaria e la tubercolosi, aumentate del 50%. Tutto questo fa sì che ormai centinaia di poveri finiscono per morire per strada, perché non hanno nessuna possibilità di curarsi; insomma un arretramento sociale spaventoso.
Il connubio tra povertà estrema e squilibri mentali certamente esiste, e non solo in Grecia, ovviamente. Secondo un’indagine Istat denominata Tutela della salute e accesso alle cure, la salute mentale è una delle condizioni sanitarie più intaccate dalla crisi economica in Italia. Solo la depressione colpisci quasi tre milioni di italiani e con la crisi, spiega bene l’indagine, è normale che questi numeri tengano a salire. La vita precaria che attanaglia ormai un’intera generazione di giovani, con un futuro incerto, con le famiglie che vivono l’incubo del non riuscire ad arrivare dignitosamente alla fine del mese, con il posto di lavoro divenuto ormai un miraggio e con una vita sociale resa sempre più fragile, fa sì che la mente subisca la perdita del giusto equilibrio che si crea con il vivere una vita senza “l’incubo dell’incertezza quotidiana”.
Questi sono solo una parte dei frutti della politica di austerità della Troika, e sono i frutti che probabilmente si vedono di meno o che fanno meno notizia fino a quando la “tristezza” mentale di una vita sempre più di merda, non costringe il soggetto “in crisi” al nichilismo estremo di chi sa che vivere in modo così misero non è molto diverso dal morire. Secondo i dati del laboratorio di ricerca socio economica del Link Campus University, in Italia sono state 150 le persone che si son tolte la vita nell’ultimo anno per le restrizioni economiche, un suicidio ogni due giorni e mezzo, per conquistarsi così, lo spazio più “adeguato” nelle veline giornalistiche di una stampa asservita alle nefandezze delle politiche neo liberiste dell’Europa del capitale e dell’imperialismo.
Il 25 gennaio la Grecia si prepara al voto. Si può prevedere una forte affermazione di Syriza, che non è certo una svolta rivoluzionaria per la Grecia, ma che comunque ha creato all’interno del popolo greco una svolta di “riflessione” in controtendenza con gli ultimi anni e cosa molto importante, ha marginalizzato Alba Dorada, partecipando assiduamente alle lotte popolari e rendendosi protagonista nelle lotte di classe greche. Ma l’ambiguità della formazione politica capeggiata da Tsipras verso le posizioni devastanti della Troika, il fatto di non mettere in discussione la struttura neoliberista dell’Europa del Capitale, in sostanza, parlare solo di debito “impagabile”, ne dimostra la sua debolezza nei confronti dell’arroganza della Troika e della sua politica devastante. Comunque sia, in Grecia in qualche modo si è intrapreso un percorso nuovo, che è tutto da verificare e da analizzare. I prossimi mesi saranno per i greci, mesi intensi che porteranno ad una svolta perché si ha l’impressione che il popolo sia in “marcia”, con Tsypras, o senza.
Gennaio 2015
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