Prigionieri/e nelle carceri sioniste.
L’ultimo rapporto dell’associazione Addameer Prisoner Support and Human, che lotta per i diritti civili in Palestina, e nello specifico quello riguardante i prigionieri palestinesi, fa un quadro impressionante sulla repressione dell’occupante, in terra di Palestina. Questo rapporto parla con le cifre ed aiuta a capire meglio la situazione dei resistenti incarcerati.
Sono 5.820 i detenuti politici in totale, di cui 426 amministrativi ossia rinchiusi senza accuse formali e senza aver avuto nessun processo, 22 sono le donne e 182 i bambini di cui 25 sotto i sedici anni. I prigionieri condannati all’ergastolo sono 493. Questo è il rapporto fatto ad aprile 2015 che dovrà essere aggiornato soprattutto con i “numeri” dell’ultimo periodo, laddove sono stati più intensivi, in diverse parti dei territori occupati, gli arresti e le deportazioni (di cui parleremo più avanti).
Ogni anno circa 500/700 minori, fra cui bambini sotto i 12 anni, passano per le galere sioniste e vengono rilasciati anche dopo mesi di prigionia; cifre variabili, perché bisogna tener presente che molte famiglie non sporgono denuncia alle associazioni umanitarie che si occupano di questa barbarie, per paura di ritorsioni. Questi bambini vengono accusati di “lanciare pietre”, che il governo del boia Netanyahu considera reato contro la sicurezza, un’accusa che può portare fino a 20 anni di prigionia; questi minori vengono perseguiti da tribunali militari, cosa che non avviene in nessun’altra parte del mondo. Non si contano i casi di soprusi e angherie, a dir poco disumane, che questi subiscono nelle viscere della bestia sionista.
In questi giorni un avvocato della PPS (Palestinian Prisoner’s Society) ha dichiarato che 5 donne palestinesi detenute nel carcere di HaSharon, fuori dai Territori occupati, sono state mandate in isolamento con il divieto di ricevere visite, per aver sventolato la bandiera palestinese nel cortile della prigione. Le donne rinchiuse nelle carceri dell’occupante, sempre secondo l’avvocato della PPS, ricevono ripetutamente trattamenti disumani e degradanti, torture e abusi psicologici.
La repressione continua ogni giorno, e ogni giorno che passa è sempre più crudele per il popolo di Palestina, grazie anche agli accordi sulla “sicurezza” varati dalle forze d’occupazione insieme all’Anp che “offre” i suoi territori alla “giustizia” sionista; “giustizia” capeggiata dal nuovo ministro appena insediatosi che aveva dichiarato apertamente che bisognava uccidere le madri dei palestinesi in modo che non facciano più nascere “serpenti”.
“I ricchi hanno dio e la polizia, i poveri stelle e poeti” (un prigioniero palestinese)
Libertà per tutti i prigionieri e le prigioniere palestinesi.
Onore ai martiri e alla resistenza palestinese.
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