Sabato notte a Sassari un gruppo di merde fasciste ha attaccato i compagni del circolo autogestito S’Idea Libera, mentre era in programma una serata di solidarietà e autofinanziamento per la carovana antifascista nel Donbass, ferendone alcuni in modo serio.
Ormai anche in Sardegna si moltiplicano i segnali della loro presenza, con scritte e aggressioni, probabilmente lasciati per troppo tempo liberi nel loro agire, ben protetti nelle loro scorribande, sottovalutati, troppo e ovunque.
Ancora una volta assistiamo all’ennesimo attacco di gruppi neofascisti a compagni e a spazi politico-sociali dove si esprimono punti di vista non asserviti alla marea montante reazionaria e che criticano il sistema di potere dominante, il suo modello capitalistico-razzista.
Ancora una volta abbiamo di fronte il problema sul che fare per difendere ogni processo antagonista, di comunicazione, di aggregazione emerso in questi anni dalle lotte contro la militarizzazione e la guerra, il razzismo, lo sciovinismo, i progetti di saccheggio della terra dove viviamo, contro la criminalizzazione dell’antagonismo, il carcere e la tortura del 41bis.
D’ora in poi il che fare non può che essere difesa attiva dei nostri spazi di agibilità politico-sociale-culturale.
Difesa attiva per noi non significa solo richiamare alla memoria i significati dell’antifascismo e della Resistenza, che sono già patrimonio acquisito della nostra identità e prassi.
Difesa attiva significa impedire con ogni mezzo il diffondersi della reazione, istituzionale e non, nelle città e nei quartieri, gestita dal neofascismo, che col suo agire cerca capillarmente di inserirsi nelle maglie sempre più deboli di questa società.
Difesa attiva significa allargare il campo della costruzione di ulteriori spazi di agibilità politica-sociale-culturale, perché questi sono i veri presidi di resistenza al neofascismo attuale, figlio infame della brutalità capitalista-razzista di questo periodo storico.
Ai nostri compagni e compagne di S’Idea Libera va tutta la nostra solidarietà e vicinanza, ma aggiungiamo che l’attacco da loro subito è un attacco a tutt* quell* che in questi anni stanno cercando di costruire resistenza e lotta per l’autodeterminazione, contro la guerra, la militarizzazione e le ingiustizie sociali.
Solidarietà e/é lotta antifascista
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